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Maria Masi, ex presidente del Cnf
L’ex presidente del Consiglio nazionale Forense Maria Masi la riassume così: «La nostra vita, la vita delle donne, vale sempre. In qualsiasi contesto, a qualsiasi età e latitudine, a prescindere da cosa facciamo o da come appariamo».
È il “manifesto” di un’iniziativa che prenderà il via domani, in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una campagna di comunicazione e sensibilizzazione che non si esaurisce in 24 ore, ma occupa uno spazio permanente, per 365 giorni, condividendo quotidianamente «volti e profili di donne vive e straordinariamente comuni» al grido di “Viva, Valgo!”, come recita il titolo del progetto.
Lo curano la Fondazione “Le Columbrine”, di cui Masi è presidente, e l’Associazione “Il Giardino Segreto”, guidata dall’avvocata Patrizia Schiarizza. Insieme hanno scelto di lanciare una nuova sfida, proponendo un «canone inverso di scrittura e di lettura» che rovesci la retorica abituale per ricordare che «ogni donna vale sempre e comunque nel e per il suo essere, più che per il suo fare, più che per il suo apparire, nonostante i rischi e nonostante la violenza da combattere». «In una società - si sottolinea nel comunicato dell’iniziativa - in cui il valore delle donne non è adeguatamente considerato e riconosciuto e ancora troppo spesso ignorato e violato nelle relazioni tossiche».
«“Viva, Valgo!” vuole essere non tanto e non solo un’invocazione all’autostima, quanto una riflessione sulla percezione che la società ed in particolare gli uomini hanno di loro, di Noi. È uno sguardo critico sulle percezioni distorte che la società - e in particolare gli uomini - ancora alimentano. È un invito a cambiare prospettiva, linguaggio, abitudini ma soprattutto cultura». Con quest’obiettivo, per i prossimi 365 giorni, i volti della campagna «accompagneranno una narrazione che restituisce centralità al diritto delle donne di esistere».
Ogni profilo, a cominciare dal primo manifesto su cui campeggiano i volti di Masi e Schiarizza, «esprimerà un frammento di quotidianità: un’espressione, un pensiero, un volere, un desiderio ma anche la cura per se stessa e per gli altri». Elementi semplici ma rivoluzionari, spiegano le promotrici. Dieci donne, tutte avvocate, nel caso della Fondazione “Le Columbrine”. Una nuova “casa” dei dritti attraverso la quale Masi, prima donna al vertice dell’istituzione forense, prosegue il suo impegno per l’affermazione delle pari opportunità e contro ogni forma di discriminazione e violenza di genere.
«Ci sono molti modi per stimolare l’attenzione sull’emergenza sociale della violenza contro le donne e ciascuno di questi nell’esprimere l’interesse, l’impegno ma anche il dolore, il disagio e - giustamente - l’indignazione, è un mezzo efficace. La Fondazione, insieme all’Associazione il Giardino Segreto, ha deciso di condividere non tanto uno slogan, quanto una riflessione lunga 365 giorni», spiega l’ex presidente Cnf.
«Il riferimento al nome e al cognome, così come al lavoro, al ruolo, alla funzione, nelle immagini e nei profili che saranno condivisi - aggiunge -, è dettato dall’esigenza di renderci identificabili». Dal momento che, sottolinea Masi, «nella narrativa corrente e nella cronaca si evidenzia spesso solo il ruolo di madre, moglie, compagna, figlia, amante o, peggio, solo il dato relazionale o preteso passionale che tende di fatto a rendere anonime le vittime». Ma «la vita delle donne - chiosa Masi -, non è anonima e non deve esserlo mai. Vale in ogni sua manifestazione: “Viva, Valgo” dobbiamo ricordarlo quotidianamente a noi stesse prima ancora che agli altri».
«L’associazione il Giardino Segreto che attualmente rappresento - spiega Schiarizza -, si occupa da dieci anni dei figli e delle figlie delle tante mamme private con violenza della propria vita che valeva e che avrebbe potuto, anzi dovuto, valere ancora per tanto tempo... ancora! Ora, a fianco di questi figli e di queste figlie ci sono nonne, zie, sorelle che devono trasformare il dolore in coraggio, la rabbia in energia e vigore per aiutarli a crescere ma anche per impedire l’oblio, la dimenticanza del valore della vita che gli è stata sottratta. A dimostrazione che la cura per se stessi - conclude - passa anche attraverso la cura degli altri».


