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«Sicuramente una riflessione sulla gestione Rai nel suo complesso andrà fatta». A dirlo il vice premier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, stamani a Firenze a margine della cerimonia in occasione per i 100 anni dalla nascita del regista Franco Zeffirelli, commentando il festival di Sanremo. «Non ho visto la finale - ha detto Salvini -, ho fatto due passi per Firenze. È molto più bello il centro di Firenze che altro. Ho scoperto chi ha vinto stamattina, auguri a chi ha vinto. Non commento altro».
A infiammare il dibattito il bacio tra Rosa Chemical e Fedez, bacio non programmato, hanno svelato i due protagonisti. A indignarsi è soprattutto il partito della premier Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, che ha già chiesto la testa dei vertici Rai, subito dopo l’esibizione di Fedez, che ha strappato sul palco la foto di Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, vestito da nazista. «Allo stato, emerge che il palco dell'Ariston si è trasformato, con il consenso e beneplacito proprio della Rai, in una tribuna elettorale – ha dichiarato il presidente di FdI alla Camera Tommaso Foti -. Chi in Rai sapeva dello show di Fedez deve dimettersi. In Rai sapevano ma nessuno ha fatto nulla, rendendosi di fatto complici del soliloquio politico di Fedez e del suo attacco ad un viceministro della Repubblica - osserva Foti -. Chiediamo con fermezza che i vertici di viale Mazzini spieghino esattamente le dinamiche della vicenda e agiscano di conseguenza con la massima tempestività. Altrimenti, è evidente che qualcuno, incapace di garantire la pluralità del servizio pubblico, dovrà lasciare quanto prima il suo incarico».
A rispondere a stretto giro è stato il Pd, secondo cui «l'attacco ai vertici Rai da parte di FdI è inquietante nel merito e nel metodo. Ma ritengo, alla luce delle polemiche che stanno proseguendo in queste ore, che lo siano ancora di più le parole, sottovalutate, pronunciate da Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla cultura. Senza mezzi termini invoca un cambiamento dei dirigenti Rai funzionale a una nuova narrazione del Paese dopo la vittoria elettorale della destra. Qui non si tratta più semplicemente di spoil system, ma del tentativo di forzare il cambiamento di modelli culturali. Un tentativo di dire senza mezzi termini che il servizio pubblico è alle dirette dipendenze di chi vince le elezioni», ha sottolineato Irene Manzi, capogruppo Pd commissione cultura della Camera.
«La libertà editoriale è la forza dell'informazione e la libertà di espressione un cardine della nostra democrazia. Non vorrei che la premier Meloni e la sua classe dirigente - ha aggiunto - volessero reprimere entrambi nel nome dell'affermazione di un'egemonia culturale che non si costruisce a colpi di epurazioni. Hanno già occupato i tg Rai in un modo che non ha precedenti, adesso pensano di mettere il bavaglio agli artisti o di scegliere quelli più utili alla costruzione di una nuova narrazione? Sarebbe un fatto grave che direbbe molto della qualità e delle intenzioni di chi ci governa».
Secondo FdI la colpa dei vertici di viale Mazzini è quella di non aver impedito che la kermesse canora si trasformasse in un «killeraggio politico». E non ha gradito nemmeno il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che pur dicendosi contrario alla censura in un’intervista al Giornale ha osservato che «non da oggi questo grande evento televisivo ha cambiato pelle. Da manifestazione pensata per valorizzare le splendide canzoni italiane si è progressivamente trasformata in un evento dai connotati ideologici, nel quale non fa notizia la musica ma piuttosto una serie di provocazioni legate all'attualità, tutte orientate in un modo che dispiace ad almeno la metà degli italiani».
Sebbene sia «giusto e doveroso che la televisione pubblica si occupi di attualità e di politica», secondo il Cavaliere, «questo dovrebbe avvenire nelle sedi appropriate, nel rispetto del pluralismo e del contraddittorio. Ovviamente non invoco nessuna censura, non l'ho mai fatto in vita mia, ma questo uso del mezzo televisivo mi pare profondamente sbagliato», ha concluso.
Ma a chiedere una riflessione è anche Giuseppe Conte, leader del M5S. «Le polemiche non mi appassionano. Io credo che la Rai abbia bisogno di una riforma profonda, lo stiamo dicendo da tempo. Una riforma rifondativa per migliorare e rendere più efficace il servizio pubblico».
Non è mancata la risposta del conduttore dei record, Amadeus. «Se mi mandano via me ne vado. Se chiunque dovesse dirmi che il mio mandato finisce qui, ne prenderei atto, conservando quattro anni bellissimi. Nella vita, al di là dei festival, dipende tutto da un risultato: se si ottengono questi risultati hai una forza, se avessi fatto il 15-20% in meno sarei un allenatore esonerabile. Qualsiasi allenatore è forte finché la squadra vince, se la squadra perde anche i più grandi sono a rischio esonero. Ecco perché devo portare quello che sento, e se si sbaglia bisogna sbagliare con le proprie idee, e non con le idee o le imposizioni di qualcun altro», ha affermato nella conferenza stampa conclusiva.