È morta Gina Lollobrigida, ultima grande diva di un'epoca d'oro. Aveva 95 anni. Nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, è stata una delle più importanti e note attrici del cinema italiano. Icona di bellezza e charme, ha lavorato durante la sua carriera dai più importanti registi italiani come Alberto Lattuada, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Pietro Germi, Alessandro Blasetti e Mario Soldati. Sofisticata ed elegantissima in ogni occasione, è stata amata anche dai grandi registi americani.

Tra gli anni ’50, ’60 e i primi anni ’70 prese parte, spesso da protagonista, a decine di film tra l’Italia e Hollywood, diventando per tutti ‘La Lollo’. Da giovanissima si trasferisce a Roma con la famiglia e inizia a studiare all’Istituto di belle arti, ma prestissimo comincia a posare per i fotoromanzi, molto in voga all’epoca. La svolta nel 1947: convinta da un amico, si iscrive a Miss Roma e arriva seconda, ottenendo però molto successo, e per questo viene invitata alle finali di Miss Italia. In un’edizione leggendaria, si classifica terza alle spalle di Lucia Bosè e Gianna Maria Canale, anche loro poi attrici. In quello stesso concorso ci sono anche Silvana Mangano ed Eleonora Rossi Drago. Da lì comincia la sua straordinaria carriera cinematografica, in cui viene diretta da registi italiani come Alberto Lattuada, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Pietro Germi, Alessandro Blasetti e Mario Soldati.

In Francia lavora poi con i registi più importanti, e poi anche a Hollywood, con John Huston, Carol Reed, King Vidor, Melvin Frank, Robert Z. Leonard e al fianco di attori come Rock Hudson, Tony Curtis, Burt Lancaster, Errol Flynn, Humphrey Bogart. Tantissimi anche i riconoscimenti, tra i quali un Golden Globe per il film Torna a settembre, sette David di Donatello e due Nastri d'argento, oltre a una candidatura ai Bafta per Pane, amore e fantasia. Proprio questo è uno dei suoi più importanti successi, che la consacra come una delle dive più amate dal grande pubblico, che in periodo difficile torna a sognare sul grande schermo. Il film, di Luigi Comencini, è del 1953, al fianco di Vittorio De Sica, e lei interpreta il ruolo della ‘Bersagliera’, premiato con il Nastro d'argento. Raggiunti i vertici della notorietà, l'anno dopo gira il sequel, altrettanto riuscito, Pane, amore e gelosia sempre di Comencini, ma nel 1955 rifiuta di recitare nel terzo capitolo, Pane, amore e... di Dino Risi. A rimpiazzarla è Sophia Loren, e questo episodio alimenta la voce di una grande rivalità tra le due.

Tra i suoi tantissimi grandi successi anche La donna più bella del mondo, film statunitense del 1955 di Robert Z. Leonard, in coppia con Vittorio Gassman, che è la storia romanzata della vita del soprano Lina Cavalieri. Ottima in questa occasione anche la prova come cantante lirica. Vince il David di Donatello alla migliore attrice protagonista, premio che l'Accademia del cinema italiano istituisce proprio quell'anno. Recita anche in vari ruoli drammatici, dando prova di una grande versatilità in pellicole del calibro di Trapezio di Carol Reed, accanto a Burt Lancaster e Tony Curtis, che ha un grande successo, cui segue Il gobbo di Notre Dame (1956) di Jean Delannoy, in cui Lollobrigida è Esmeralda accanto ad Anthony Quinn nel ruolo di Quasimodo. Nel 1961 con Torna a settembre di Robert Mulligan, in cui è protagonista insieme a Rock Hudson, vince un Golden Globe, mentre l'anno seguente recita con Stephen Boyd nel film in costume Venere imperiale di Jean Delannoy: il ruolo di Paolina Bonaparte le vale un David di Donatello e un Nastro d'argento come migliore attrice protagonista.

Negli anni ‘70, mentre gli impegni cinematografici si diradano, inizia anche una seconda carriera come fotoreporter, che la porta a intervistare, tra gli altri, Fidel Castro. Si dedica con successo anche alla scultura. Tantissimi i suoi successi, in una vita e una carriera lunghe e sfaccettate. Nel 1984, ad esempio, appare nel serial statunitense Falcon Crest, ballando anche una celebre tarantella che le vale una candidatura al Golden Globe per la miglior attrice non protagonista in una serie. Molte le apparizioni in tv fino agli anni più recenti, sempre caratterizzate da grande eleganza e ironia.

«Ho il diritto di vivere ma anche di morire in pace», aveva confidato a Mara Venier in un'intervista a "Domenica in" nel novembre 2021. L'attrice era infatti da tempo in lotta con la famiglia per questioni legate all'eredità e al ruolo del suo manager Andrea Piazzolla, finito a processo con l'accusa di circonvenzione di incapace. Un anno e mezzo prima aveva sfogato tutta la sua amarezza in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«Ho lavorato e rappresentato l'Italia nel mondo per oltre 70 anni, per avere un trattamento ignobile. Credo di meritare un po' di tranquillità e non di essere trattata come una persona incapace, visto che non lo sono. Ho aspettato per anni perché credevo nella giustizia italiana. Mi sbagliavo e adesso hanno esagerato». Un'altra vita (almeno da quanto traspare dalle poche notizie di cronaca) rispetto a soli sei anni fa quando per i suoi 90 anni la Bersagliera aveva festeggiato nel cuore di Roma: red carpet tra gli abbracci di vip della tv e della politica.