La guerra piega gli spiriti più indomiti e i fieri proclami di resistenza lasciano il posto a i cosiddetti più miti consigli. Con lesercito russo entrato a Kiev e in decine daltre province, e con le vittime che aumentano in modo esponenziale (uccisi 137 soldati di Kiev) il presidente ucraino Zelensky si rende conte che è impossibile per le sue forze armate opporsi alla potenza di fuoco di Mosca. Così in un messaggio drammatico rivolto alla nazione si dice pronto a negoziare con il nemico: «Voglio fare appello ancora una volta al presidente della Federazione russa perché si sieda al tavolo del negoziato e fermi la morte delle persone». Se il portavoce del Cremlino Peskov fa sapere che la Russia è pronta a sedersi intorno a un tavolo per discutere sullo statuto delle regioni separatiste in un summit a Minsk, in Bielorussia, non è affatto scontato che a dialogare con i russi ci sia Zelensky che da parte sua vorrebbe sedersi intorno a un tavolo ma a Varsavia. Anzi, Vladimir Putin, in una dichiarazione di rara violenza in diretta tv, lancia un appello allesercito ucraino affinché rovesci il governo e prenda in mano il potere. Ecco le sua parole: «Prendete il potere e cacciate via quella banda di neonazisti drogati, non ce labbiamo con voi ma con i terroristi separatisti. Mi sembra che sarà più facile negoziare tra noi», Che uno degli obiettivi delluomo forte del Cremlino sia la rimozione del presidente ucraino e del suo governo filo-occidentale per far insediare a Kiev un esecutivo amico sul modello del bielorusso Lukashenko non è un mistero. E quale migliore occasione di questa, con la classe dirigente ucraina allo sbando, isolata dal mondo e piegata dalla supremazia militare dellorso russo? Zelensky sa di essere un obiettivo primario per Putin e nel corso del suo messaggio ha detto di temere seriamente per la sua vita e per quella dei suoi familiari: «Le forze speciali russe sono in città e mi stanno cercando. Questa potrebbe essere lultima volta che mi vedete vivo». Intanto capi di Stato e di Governo dei Ventisette Paesi dell'Unione europea si sono presentati a Bruxelles, al Consiglio europeo straordinario, decisi a punire la Russia e il suo presidente,, per aver mandato «in frantumi la pace nel Continente europeo». L'obiettivo è colpire Mosca dove fa più male, isolandola economicamente dall'Occidente, che rappresenta la sua fetta più grande di mercato. Ma senza danneggiare eccessivamente le imprese europee e, soprattutto, lasciando nel cassetto qualche cartuccia in più da poter sparare nel caso Putin decidesse di alimentare ulteriormente la sua egemonia ai danni di Kiev ed Europa. «Avranno un impatto pesante e peggioreranno la situazione economica del Paese. Sopprimeranno la crescita economica, aumenteranno il costo del debito, aggraveranno l'inflazione e intensificheranno la fuga di capitale ed eroderanno gradualmente le sue basi industriali», ha detto von der Leyen del pacchetto che ha presentato ai leader.