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Patrick Zaki
“Quando un serial killer cerca di convincere la comunità internazionale che rispetta le convenzioni internazionali, per legalizzare l'uccisione di civili. Dove possono andare!!!”. Questo recentissimo messaggio di Patrick Zaki su X, dopo l'invito da parte del primo ministro di Israele a lasciare Gaza, scatena un fronte polemico con l'attivista, da parte di Forza Italia.
“Zaki è un ricercatore? Fossi un Rettore mi vergognerei di avere nello staff accademico un ricercatore che afferma simili bestialità”, dice il capogruppo azzurro al Parlamento europeo, Fulvio Martusciello, per il quale “le dichiarazioni di Zaki sono offensive per le nostre Università, per i nostri studenti e per quanti studiano per diventare ricercatori”. “Questo idolo della sinistra merita solo di essere ignorato”, aggiunge. “Il ricercatore egiziano Patrick Zaki, per il quale l'Italia si è spesa molto affinché fosse garantita la sua libertà, ha definito, in un post, il capo del governo israeliano Netanyahu un 'serial killer'”, rimarca Maurizio Gasparri segnalando che “fermo restando che l'Italia fa bene a battersi per la libertà e la vita di tutti, compreso Zaki, come peraltro è avvenuto, resto allibito di fronte a queste parole”.
“Zaki tenta di giustificarsi dicendo che sta con i palestinesi e non con Hamas, ci mancherebbe pure questo, ma il suo insulto nei confronti di Netanyahu offende tutto il popolo israeliano. E ha detto queste parole all'indomani di un'orrenda strage con circa mille cittadini in Israele uccisi dai terroristi palestinesi di Hamas. Le parole di Zaki sono vergognose. Questo signore - dice ancora il vicepresidente FI del Senato - deve dimostrare la sua affidabilità democratica perché queste parole ci fanno sorgere seri dubbi. L'Italia è stata generosa con lui. Lui non è generoso con se stesso. Perché usa parole assurde e blatera in maniera offensiva. Questo Zaki deve ancora approfondire il tema dei diritti dei popoli. E definire un 'serial killer' chi difende la sua gente massacrata è davvero un'autentica vergogna”.
Sulla questione, sempre sul social network, è tornato successivamente lo stesso Zaki puntualizzando di essere “contro la violenza contro qualsiasi civile, Pro Palestina e non Hamas”. “Nel conflitto Israele-Palestina nessuno può essere ritenuto come filo-Hamas se sostiene la Palestina. Non sono con Hamas – ribadisce il ricercatore - ma sembrerebbe che assumere la posizione di difendere i civili palestinesi vi metterà in una situazione problematica, soprattutto perché tutti i media internazionali sono pro Israele e non parlano della grave crisi umanitaria che c'è dall'altra parte”. “La mia priorità sarà sempre la vita dei civili, condannerò sempre qualsiasi violenza contro i civili in tutto il mondo, ma così facendo - rivendica - sarò sempre dalla parte dei deboli e contro il fascismo e l'occupazione. Sono stato e continuerò a essere un fervente sostenitore della causa palestinese e del diritto del popolo palestinese a riconquistare le proprie abitazioni e terre, le quali nel corso della storia sono state violentemente depredate. Le politiche razziste e di colonizzazione del governo di Netanyahu - dice ancora – costituiscono la radice dello stato di guerra apparentemente perenne in cui ci troviamo ora, con il tragico risultato della perdita di migliaia di vite civili, tra cui donne e bambini innocenti”.
“Il mio impegno è da sempre e invariabilmente guidato dalla tutela dell'umanità e dei diritti umani. Non potrò mai avallare né giustificare atti di violenza o omicidi”, rimarca Zaki. “Al contrario - riprende - sostengo con fermezza il diritto della popolazione palestinese a resistere e a difendersi, distaccando tale difesa dalle politiche religiose conservatrici ed oscurantiste di Hamas”. “Giudicare gli eventi attuali in Palestina senza tenere conto della lunga storia della questione palestinese e delle sue radici, senza inserirli in un contesto storico, equivale a una visione distorta e parziale della realtà. Questa prospettiva è ingiusta e necessita di una riconsiderazione critica”, prosegue nella sua riflessione. “Il mio sostegno è rivolto al popolo palestinese in difficoltà, alla verità e alla giustizia dovunque esse siano necessarie, e la mia posizione rimarrà dalla parte degli oppressi e di tutti i civili che hanno perso la vita. L'Unione europea - conclude - deve usare i suoi principi sui diritti umani condannando la violenza da ambo i lati, bisogna fermare questa guerra e salvare vite umane. Esprimo il mio pensiero e le mie preghiere per gli italiani coinvolti in questo conflitto, con la speranza che possano rimanere al sicuro e riabbracciare presto i loro cari”.