Ieri mattina si sono svolti i funerali di Gianroberto Casaleggio. Molta gente, lacrime, applausi. Poi si è levato un grido, un grido politico, di omaggio al leader: «Onestà, onestà».Cosa c’è di male nel gridare onestà, o nel pretendere onestà? Niente. L’onestà sicuramente è un valore.Il problema è questo: onestà, in politica, è un valore molto riduttivo. Onestà non può riassumere un programma politico, un sistema di idee, un punto di vista. E invece nel movimento dei Cinque stelle, creato da Casaleggio e da Grillo, la bandiera è quella, l’onestà e basta, e quella è l’ideologia.Nel novecento destra e sinistra si affrontavano in nome di due valori molto simili ma ben distinti. Uguaglianza e libertà. Non riuscirono mai, destra e sinistra, a unificare questi due valori. E forse questa è stata la causa della loro rovina, e cioè della rovina della politica. La sinistra non ha accettato di fare della libertà un obiettivo assoluto, l’ha sempre - nel migliore dei casi - resa subalterna al suo disegno sociale. La destra viceversa si è sempre opposta all’idea dell’uguaglianza, l’ha considerata nemica della competizione, del merito, della modernità.Il movimento Cinque stelle supera completamente questa contrapposizione. Rimuove il problema di “quale progetto di società”. Riduce la battaglia politica a un fatto di “pulizia”.E’ la dimostrazione vera dell’assoluta novità di questo movimento. Che irrompe nella politica, usa la politica, conquista la politica, esalta la politica, ma che non fa politica, la rimuove, l’aborre. Il movimento Cinque stelle pone se stesso come un elemento estraneo. Non pretende di programmare, né di conquistare porzioni di popolo sulla base di una visione, di un pensiero. Chiede solo di raggrupparsi attorno al valore dell’onestà. Ha un solo comandamento, il quinto: non rubare.E’ un bene o un male?Non mi interessa rispondere a questa domanda. Mi interessa capire la struttura di un movimento politico che pensa a se stesso solo come “ceto” - esattamente come ceto politico - e si pone l’obiettivo di essere un ceto politico migliore del ceto politico precedente, non per capacità ma per doti morali, e di spazzare via e sostituire quel ceto politico.In questi giorni la figura di Casaleggio è stata accosta a quella di grandi leader del passato. Berlinguer, De Gasperi, Nenni. La morte di questi leader provocò una enorme commozione popolare. Perché? De Gasperi è l’uomo che aveva ricostruito l’Italia dopo la guerra. Nenni e Berlinguer avevano ottenuto degli enormi miglioramenti nelle condizioni di vita dei lavoratori, avevano imposto lo Statuto, aumenti salariali, scala mobile, diritti civili.Casaleggio non è stato un leader politico. Il suo movimento non ha vinto nessuna battaglia, non ha cambiato niente nel governo del paese e nelle condizioni del popolo. Però è stato protagonista di un terremoto politico, mettendo in discussione, in pericolo, persino l’assetto dei partiti.E’ un bene o un male la forza di un movimento politico che non fa politica e che demonizza la politica? Dipende dal punto di vista. Pensiamo che il bene supremo sia la democrazia o l’onestà? Pensiamo di aver bisogno della politica o pensiamo che sia meglio sostituirla con la morale? Vogliamo uno stato laico o uno Stato etico? Ciascuno può rispondere come vuole.