Altre due vittime della follia omicida di un uomo. Questa volta è successo in provincia di Catania e le due donne sono state uccise una dopo l’altra, poi l’omicida sì è suicidato davanti alla caserma dei carabinieri di Riposto dicendo di volersi consegnare. Si tratta di Salvatore La Motta che, secondo una prima ricostruzione, avrebbe raggiunto la prima vittima, Carmelina Marino, 48 anni, a bordo di una vettura, una volta accostatosi nelle vicinanze della sua auto avrebbe aperto lo sportello e sparato. Gli inquirenti, infatti, hanno esaminato le telecamere di videosorveglianza nelle vicinanze del luogo in cui è stato ritrovato il corpo senza vita della donna, nel lungomare di Riposto, in provincia di Catania.

Gli investigatori stanno estrapolando delle altre immagini provenienti sempre da telecamere di videosorveglianza, in via Roma, dove è avvenuto l'omicidio dell'altra donna, Santa Castorina, di 50 anni. Gli investigatori sono a lavoro per cercare di capire anche se l’omicida ha agito da solo o se si è avvalso di un complice. Probabilmente tra le due donne in passato avevano avuto una relazione con Salvatore La Motta. L'uomo era un detenuto in stato di semilibertà e oggi sarebbe dovuto rientrare nel carcere di Augusta. Sarebbe un familiare di Benedetto La Motta, conosciuto con il nome di "Benito", un noto boss locale della famiglia mafiosa di Santapaola-Ercolano e stava scontando 30 anni per aver autorizzato l'omicidio di Dario Chiappone, ragazzo di 27 anni ucciso a Riposto nel 2016.

Il sindaco di Riposto, Enzo Caragliano, ha parlato di “un atto deprecabile che non ha alcuna giustificazione. Non può esserci giustificazione a tutto ciò. È pura follia”.

E la segretaria generale della Uil di Catania, Enza Meli, in una nota aggiunge: “Né raptus, né amore. Solo odio criminale. Apprendiamo con rabbia, con dolore, la notizia di un duplice femminicidio e siamo costretti ancora una volta a chiederci se è stato fatto tutto per prevenire questa tragedia. La nostra provincia è nuovamente colpita da vicino per un duplice delitto che rende più pesante il bilancio di una strage in corso nel nostro Paese rivendichiamo da anni una risposta adeguata dalle istituzioni politiche, ma questa risposta non arriva mentre attendiamo che il Codice Rosso venga adeguato all'emergenza e realizzato in tutte le sue potenzialità”.