Clima di distensione a Busan, in Corea del Sud, dove il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping si sono incontrati per la prima volta dal 2019. Davanti alle bandiere dei due Paesi, all’aeroporto internazionale Gimhae, i due leader hanno dato il via a un bilaterale durato un’ora e quaranta minuti, descritto da entrambi come “un incontro di successo”.

Trump, sorridente e informale, ha rotto il ghiaccio con una pacca sulla spalla al presidente cinese. «Avremo un incontro di grande successo», ha detto ai giornalisti prima del vertice, aggiungendo con ironia: «È un duro negoziatore e questo non va bene». Xi, più riservato e impostato, ha risposto elogiando Trump per «il suo interesse per la pace nel mondo», secondo un discorso preparato in anticipo.

Il bilaterale, più breve rispetto alle attese di Washington ma più lungo di quanto previsto da Pechino, si è concluso con una stretta di mano e un breve scambio di battute all’uscita della base aerea. Trump ha poi accompagnato Xi fino alla limousine, prima di rientrare sull’Air Force One diretto a Washington.

Dialogo tra potenze e primi risultati economici

Durante l’incontro, i due leader si sono seduti ai lati di un lungo tavolo bianco, con una ristretta delegazione di funzionari da entrambe le parti. Per gli Stati Uniti erano presenti, tra gli altri, il segretario di Stato Marco Rubio, il segretario al Tesoro Scott Bessent, il segretario al Commercio Howard Lutnick e il rappresentante commerciale Jamieson Greer. Per la Cina, invece, c’erano il ministro degli Esteri Wang Yi, il vice premier He Lifeng e il presidente della Commissione nazionale per lo sviluppo Zheng Shanjie.

Al termine del vertice, Trump ha annunciato un taglio immediato dei dazi sui prodotti cinesi dal 57% al 47%, spiegando che la decisione è legata ai progressi sul contrasto al traffico di fentanyl: «Abbiamo già visto un’azione molto forte da parte di Pechino. Così abbiamo ridotto del 10% i dazi, che scenderanno immediatamente», ha dichiarato ai giornalisti.

Il rappresentante al Commercio statunitense ha precisato che alcuni prodotti sensibili manterranno tariffe fino al 100%, ma per la maggior parte «l’aliquota sarà compresa tra il 45 e il 47%».

Il Cremlino: «Difenderemo i nostri interessi nei negoziati con Trump»

Intanto da Mosca arriva una reazione prudente ma significativa. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, in conferenza stampa, ha commentato l’approccio di Trump nei negoziati internazionali:«Come possiamo raggiungere un accordo con lui? Partendo dai nostri interessi nazionali. È ciò che sta facendo il nostro presidente», ha detto Peskov, sottolineando però che «Trump sta sinceramente cercando di contribuire alla risoluzione del conflitto ucraino», un atteggiamento giudicato «positivamente a Mosca».

Il portavoce ha poi chiarito che i recenti test missilistici russi – il Burevestnik del 21 ottobre e il Poseidon del 28 – «non sono stati test di armi nucleari», ricordando che la Russia non ha mai violato la moratoria sui test nucleari in vigore dal 1990. «Se qualcuno la violerà, la Russia agirà di conseguenza», ha ribadito Peskov, citando il presidente Vladimir Putin.