Sessantuno «migranti, tra cui donne e bambini, sono annegati in seguito a un tragico naufragio al largo della Libia. Secondo i sopravvissuti, l'imbarcazione con a bordo circa 86 persone è partita dalle coste libiche da Zwara. Il Mediterraneo centrale continua ad essere una delle rotte migratorie più pericolose del mondo». Lo scrive su X l’Oim, l'Organizzazione internazionale per i migranti in Libia.

«Sono oltre 2250 le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo Centrale quest'anno. Un numero drammatico che purtroppo dimostra che non si fa abbastanza per salvare vite in mare», dice Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim, confermando la ntizia del naufragio.

Tra i 61 dispersi anche donne e bambini. L'imbarcazione, con 86 migranti di origine subsahariana a bordo, che si è rovesciato a largo della Libia probabilmente a causa delle forti onde, era partita circa due giorni fa da Zwara. I 25 superstiti, secondo quanto riferisce il giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura, sono stati soccorsi dal rimorchiatore Vos Triton e sbarcati a Tripoli. Inoltre il giornalista, su X, riferisce che l'area in cui si è verificato il naufragio era stata sorvolata da «ben tre le missioni no-stop dei velivoli Frontex di base a Lampedusa: dalla sera del 14 dicembre fino alla mattina del 15 dicembre». Scandurra poi indica che «dalle 19:26 UTC (20:26 CET) del 14 dicembre ItMrcc della Guardia Costiera Italiana, per conto della c.d. “guardia costiera libica!, trasmette un Sos via InMarSat (idem via Navtex) per un gommone alla deriva, con 60 persone stimate a bordo».