Sono 120mila: tutti professionisti che avrebbero pieno diritto a ricevere l’assegno da 600 euro “promesso” dal governo e che però sono tutt’ora in attesa causa esaurimento fondi. Una cifra enorme, tanto più se si considera che il provvedimento istitutivo del “reddito di ultima istanza”, il Dl Cura Italia, risale all’ormai lontano 17 marzo. A fare il punto sull’incredibile situazione è una nota diffusa ieri dal presidente di Cassa forense Nunzio Luciano, che ha fornito i dati relativi in particolare agli avvocati: «Cassa forense ha già liquidato 102.133 domande di accesso al reddito», ricorda Luciano, «anticipando, per conto dello Stato, ben 61 milioni 279.800 euro. A questi, si aggiungeranno, entro i primi di maggio, altri 3.000 pagamenti circa, ad esaurimento del budget disponibile. Nonostante ciò», prosegue la nota, «le domande di oltre 35mila iscritti, al momento, pur avendo i requisiti previsti dal decreto ministeriale del 28 marzo 2020, non possono essere ammesse al bonus dei 600 euro per mancanza di fondi».

A tal fine, aggiunge Luciano nella sua nota, l’Adepp ( di cui lo stesso vertice di Cassa forense è vicepresidente) «ha già provveduto, in data 23 aprile, a sensibilizzare i Ministeri competenti per un ampliamento del finanziamento che, al momento, con riferimento a tutte le Casse libero professionali, è stato sforato di oltre 71 milioni di euro, lasciando senza copertura», appunto, «quasi 120mila domande».

Luciano si sofferma anche su altre parti contestate della misura di sostegno al reddito: sempre con la missiva del 23 aprile, ricorda, «l’Adepp ha anche sottolineato l’iniquità della interpretazione autentica disposta dall’articolo 34 del Dl 23 del 2020, che ha escluso dal bonus gli iscritti con posizioni previdenziali, spesso del tutto marginali, anche in altre gestioni. Parimenti come ingiusta e irrazionale è stata segnalata l’esclusione di tutti i pensionati, indipendentemente dall’entità, a volte modesta, della pensione loro corrisposta. Contiamo sul fatto che le giuste sollecitazioni dell’Adepp non cadano nel vuoto e che il prossimo decreto preannunciato ( cosiddetto decreto aprile) possa consentire il pagamento di tutte le domande sospese e l’allargamento della platea dei beneficiari alle due categorie sopra evidenziate». Cassa forense ricorda infine di aver destinato «proprie risorse, per complessivi 5,6 milioni di euro», a due bandi, attualmente in corso, «per il rimborso delle spese di locazione per studi professionali ( persone fisiche e persone giuridiche) relative al periodo febbraio- aprile 2020». Sul punto interviene il presidente deell’Aiga Antonio De Angelis, che solleva a sua volta in un proprio comunicato alcune criticità del bando, innanzitutto il criterio di formazione della graduatoria basato sul maggior numero di associati iscritti, nello stesso studio, a Cassa forense. Un meccanismo che secondo De Angelis «finirà per favorire i grandi studi legali, a discapito dei piccoli studi associati ( spesso costituiti da Giovani Avvocati) che hanno certamente maggiore bisogno di un sostegno economico in questo momento».