Un impegno corale per il ricordo e per la lotta all’antisemitismo ma anche tante polemiche hanno segnato in Italia il Giorno della Memoria. A far discutere nei giorni scorsi era stata la scelta della Comunità ebraica di Milano di non presenziare all'incontro con gli studenti per la presenza dell'Anpi.

La stessa Associazione dei partigiani e organizzazioni come Amnesty, Emergency e la Croce Rossa sono finite nel mirino di una scritta proiettata nella notte sul Palazzo della Fao e sulla Piramide Cestia, a Roma: «Se Israele avesse bombardato i treni per Auschwitz vi sareste schierati con Hitler. Ipocrisia e antisemitismo sono le vostre bandiere», il testo del messaggio accanto ai vari loghi.

Così, con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ad Auschwitz per la commemorazione degli 80 anni dalla liberazione del campo di sterminio e la premier, Giorgia Meloni, che ha ricordato le complicità del regime fascista nella Shoah «attraverso l'infamia delle leggi razziali e il coinvolgimento nei rastrellamenti e nelle deportazioni», a tenere banco è stata la polemica sull'antisemitismo che si lega al tasto dolente delle accuse di genocidio a Israele per l'offensiva su Gaza nei 15 mesi seguiti dal massacro di Hamas del 7 ottobre.

Il messaggio proiettato a Roma è stato condannato da Amnesty e dalla presidente provinciale Anpi Roma, Marina Pierlorenzi, che ha parlato di «scritta infame». «Tra i tanti usi indebiti del logo di Amnesty International questo è il più ignobile di tutti. L’antisemitismo è una violazione dei diritti umani grave e diffusa e accusare un’organizzazione per i diritti umani di violarli è ridicolo oltre che grave. In una giornata come questa, dedicata alla memoria e al rispetto delle vittime e dei sopravvissuti alla Shoah, questa azione è veramente spregevole», ha commentato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia

«Quelle scritte sono una risposta alla distorsione», ha ribattuto Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, «chi ha messo quelle scritte vuole dare una risposta alla distorsione». Lo stesso Rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, figlio di un partigiano decorato, ha rimarcato che «l'Anpi di oggi non è più quella di un tempo» perché «alcuni leader si sono dimenticati gli scopi istituzionali e stanno facendo delle battaglie, non rendendosene conto, che contraddicono quei loro scopi istituzionali».

Sul sito di Progetto Dreyfus, un'associazione no-profit che si batte contro l'antisemitismo e le discriminazioni, è apparsa la scritta: «Giornata della memoria: ricordate Auschwitz ma applaudite Hamas. Vergogna!», accompagnata da un cartello con il volto della leader dem Elly Schlein coperto da una mano insanguinata. Da Milano, a margine della cerimonia di deposizione delle corone davanti all'ex albergo Regina che fu sede delle Ss dal 1943, è arrivata la replica del presidente dell'Anpi di Milano, Primo Minelli: «Molti ebrei sono qui oggi. Quelle sull'uso del termine genocidio sono polemiche che non hanno senso perché l'accusa che viene fatta all'Anpi è un'accusa che non esiste. Continuare con questa cosa vuol dire essere strumentali».