Venticinque anni di carcere per “tradimento” e "denigrazione dell'esercito russo”. È la condanna inflitta da un tribunale di Mosca all'attivista e oppositore del Cremlino Vladimir Kara-Murza. L'uomo, che si trova in carcere da un anno, ha respinto le accuse definendole “politiche” e ha paragonato i procedimenti giudiziari nei propri confronti ai "processi farsa" dell'era Stalin.

Le accuse contro Kara-Murza sono legate anche al discorso tenuto il 15 marzo 2022 alla Camera dei rappresentanti dell'Arizona, in cui ha denunciato l'azione militare della Russia in Ucraina. Il giornalista, politico e attivista è stato uno stretto collaboratore di Boris Nemtsov, vicepremier sotto Boris Eltsin assassinato vicino al Cremlino nel 2015. “La Russia sarà libera, ditelo a tutti”, ha detto il 41enne dopo la lettura della sentenza. La difesa ha già annunciato che presenterà appello e, nel frattempo, ha chiesto il suo rilascio per motivi di salute, visto che Kara-Murza “è sopravvissuto a due avvelenamenti nel 2015 e nel 2017", in seguito ai quali "gli è stata diagnosticata una polineuropatia”. Mentre il Cremlino si è trincerato dietro a un “no comment”, Aleksei Navalny, in carcere dal 2021, si è detto “profondamente indignato” e ha parlato di “verdetto illegale, senza scrupoli e semplicemente fascista”.

Dall'Occidente e dalle Nazioni Unite è arrivata una netta condanna. Particolarmente dura la reazione del Regno Unito, dato che Kara-Murza ha anche passaporto britannico. Londra ha definito la condanna “uno shock” e ha convocato l'ambasciatore russo. L'Onu ha chiesto alla Russia di rilasciare “senza indugio” l'attivista, parlando di “un altro duro colpo allo stato di diritto”. Per Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per la politica estera, il tribunale di Mosca ha emesso una sentenza “oltraggiosamente dura” che dimostra “ancora una volta l'abuso politico da parte della magistratura”. “L'Italia deplora la condanna di Vladimir Kara-Murza a 25 anni di carcere. È il frutto di una campagna di repressione messa in atto delle autorità russe per silenziare ogni forma di dissenso”, la posizione della Farnesina, mentre gli Stati Uniti hanno rimarcato che la Russia è “sulla buona strada per sopprimere la libertà di parola e riportare il Paese ad alcuni dei suoi momenti più bui”. In difesa di Kara-Murza si è espressa anche la moglie Evghenia: “Un quarto di secolo di carcere per il tuo coraggio, costanza e onestà nei tuoi tanti anni di lavoro. Sono infinitamente orgogliosa di te amore mio e sono sempre al tuo fianco”.