Quella di oggi passerà alla storia, molto probabilmente, come la giornata dei discorsi. A Mosca, davanti alle camere riunite della Assemblea federale, quello di Vladimir Putin, e nel pomeriggio a Varsavia le parole pronunciate dal presidente americano Joe Biden. Un confronto che è stata la rappresentazione plastica definitiva di come la guerra in Ucraina sia ormai lo scontro tra Usa e Nato da un lato e la Russia. Una lotta che si è concretizzata mediaticamente con una studiata regia di mosse e contromosse dialettiche ma che, se fosse dato corpo alle dichiarazioni, fa presagire un livello di tensione pericolosissimo dagli esiti imprevedibili.

Il leader del Cremlino ha attirato su di sé l'attenzione internazionale per due ore durante le quali ha parlato della situazione politico economica in Russia ma che inevitabilmente e, appositamente, sono state caratterizzate dal conflitto in Ucraina. Una cosa appare certa, Mosca non ha nessuna intenzione di andare ad una possibile trattativa. Le speranze di pace, almeno a sentire Putin, sono pressoché inesistenti, anche se nelle stesse ore e arrivato in Russia Wang Li, il capo della diplomazia cinese che portava con sé un piano per un possibile accordo da discutere con Sergei Lavrov e che, come confermato dagli stessi ucraini, e stato consegnato anche a Kiev.

Ma alcuni passaggi hanno fatto dimenticare la mediazione cinese. Basta citare la fine: «La Russia risponderà a qualsiasi sfida. Perché siamo tutti un unico paese. Siamo un grande popolo unito. Siamo fiduciosi nel nostro potere. La verità è con noi». La riaffermazione che difficilmente Putin si siederà ad un tavolo di negoziato per il momento. Un'eventualità che si rivela ancora piu lontana nel momento in cui il presidente russo ha annunciato che sospende la «partecipazione al trattato Start». Cioè quel poco che rimane degli accordi per la riduzione delle armi atomiche con gli Usa. Questo perché secondo Putin gli Stati Uniti stanno di fatto attaccando la Russia. Il riferimento e chiaramente agli armamenti forniti a Kiev, e la conferma immediata sta nella convocazione di Lynn Tracy, l'ambasciatrice statunitense alla quale e stato comunicato che «l'attuale corso aggressivo degli Stati Uniti, volto ad approfondire il confronto con la Russia in tutte le aree è controproducente». alla diplomatica statunitense e stato chiesto che Washington adotti misure che implichino il ritiro delle forze armate e delle attrezzature Usa-Nato, nonché la cessazione delle attività ostili anti-russe.

Il centro del discorso di Putin sta tutto nello scaricare addosso alla Nato la responsabilità della guerra. La tesi del Cremlino è che «nel dicembre 2021, abbiamo inviato ufficialmente alla Nato le bozze di un accordo sulle garanzie di sicurezza, ma abbiamo ricevuto un rifiuto diretto su tutte le posizioni. Poi è diventato finalmente chiaro che era stato dato il via libera all'aggressione. La minaccia cresceva ogni giorno».

E mentre nell'aria rimaneva la eco delle parole di Putin cresceva l'attesa per ciò che avrebbe detto Biden da Varsavia. Il consigliere per la sicurezza Usa Jack Sullivan aveva preannunciato un discorso improntato sui principi più che su risposte dirette al Cremlino. Così è stato anche se il presidente americano non ha rinunciato a riferimenti mirati: «Gli Usa non stanno cercando di distruggere la Russia, l'Occidente non vuole attaccare la Russia. La guerra è una tragedia e continua per scelta di Putin». Poi la stoccata: «Un dittatore vuole ricostruire un impero ma non sarà mai in grado di farlo. L'Ucraina non sarà mai una vittoria per la Russia ... Dubita ancora della nostra capacità di resistere, ma noi non ci stancheremo mai». Questo secondo Biden perché il mondo non si è voltato dall'altra parte, un chiaro riferimento alla compattezza Nato se ce ne fosse bisogno.

Fuga in avanti che a Mosca non può non essere suonata come una provocazione. L'Ucraina infatti non fa parte ancora della Nato ma Biden ha un po’ sorprendentemente detto che «Putin credeva di essere un duro ma si è scontrato con la volontà di ferro. L'articolo 5 del trattato Nato, è solido come una roccia, un giuramento sacro, un attacco contro uno è un attacco contro tutti». E che il conflitto è ormai Nato (Usa) contro la Russia è stato confermato in un passaggio successivo quando Biden ha annunciato che il summit dell'Alleanza Atlantica del prossimo anno si terrà a Washington. Un'esibizione muscolare concentrata in pochi minuti quella di Biden dunque ma che ha dato il senso della tensione che corre su un esile filo.