L’ultimo avvistamento dell’aspirante golpista Yevgeny Prigozhin era stato all’hotel Green city hotel, un grattacielo di 21 piani alla periferia di Minsk, capitale della Bielorussia, il che confermerebbe l’asilo politico che gli ha offerto il presidente Lukashenko. Ed è da quell’albergo che ha probabilmente diffuso il suo primo messaggio pubblico dopo il fallito colpo di mano della “sua” Wagner.

Un audio di 11 minuti che conferma la sensazione che si stia assistendo a un grottesco gioco delle parti o comunque a una successione di eventi del tutto irrituale. Prigozhin spiega che non era sua intenzione rovesciare il regime di Vladimir Putin ma solo denunciare la mancanza di sicurezza delle truppe sul fronte ucraino, sul territorio interno e l’incompetenza dei generali, non si definisce un golpista, ricordando che i mercenari non hanno mai sparato verso i soldati di Mosca e che si sono fermati a duecento chilometri dalla capitale per evitare un massacro: «La nostra marcia chiedeva giustizia, ci siamo ritirati per evitare di far correre il sangue dei militari russi», ha concluso lanciandoi consueti strali contro l’odiato ministro della Difesa Sergei Shoigu.

Insomma non un ripensamento ma di certo un deciso passo indietro rispetto al week end quando tutti credevano che la Wagner puntasse dritta al palazzo del Cremlino.

Il «traditore» della Russia, per impiegare le parole di Vladimir Putin, è ufficialmente incriminato per “ammutinamento armato”

«Il procedimento penale contro Prigozhin non è stato chiuso», scriveva ieri l’agenzia di stampa RIA Novosti.

Eppure difficilmente vedremo il capo di Wagner arrestato dalla polizia russa e portato in tribunale (in teoria rischia 20 anni). Anche perché tutte le sedi dei mercenari in Russia continuano a funzionare come se niente fosse, reclutando ogni giorno nuovi elementi. ,Lo stesso ministro degli Esteri Lavrov spiega che Wagner è attiva in tutte le operazioni all’estero, in particolare nel quadrante africano mentre in patria non c’è stata alcuna stretta precisano dal quartier generale di San Pietroburgo: «Nonostante gli eventi accaduti, il Centro continua a funzionare normalmente, in conformità con la legislazione della Federazione russa!».