«Ci sono una serie di elementi che, a mio avviso, fanno sì che i russi non intendano condurre nessuna azione offensiva» ma esiste il «rischio di un incidente» perché «da mesi il personale armato sia paramilitare che militare è lì e si può creare uno stato di tensione in grado di sfociare in qualcosa di incontrollato». Lo afferma all’Adnkronos il generale Giorgio Battisti, primo comandante del contingente italiano della missione Isaf in Afghanistan, a proposito della crisi tra Russia e Ucraina.  «È difficile in questo momento fare previsioni - sottolinea - Dai vari media e social, minuto per minuto, riceviamo informazioni sullo stato dell’arte sul fronte ucraino; i servizi di intelligence statunitense riferiscono nuove intenzioni russe, riferiscono addirittura la data dell’attacco». «È come se fossimo davanti a un grande schermo e osserviamo cosa gli altri ci dicono, ma bisogna vedere se è tutto vero o meno. Ciò che è sfuggito, in questo fervore partecipativo, è che tutte le notizie di un possibile attacco russo all’Ucraina partono dagli Stati Uniti mentre finora nessun esponente del governo russo ha mai detto che intendono attaccare o occupare l’Ucraina, parlando solo di attività esercitativa». Secondo Battisti le possibilità sono due: «Quella che gli Stati Uniti ripercorrano la strategia» usata nella crisi dei missili a Cuba ossia «svelare in anticipo tutto ciò che, secondo i loro analisti, i russi intendono fare e così l’effetto sorpresa, principio di ogni offensiva, viene a mancare. Altra ipotesi è che urlino "al lupo al lupo" per tenere unito il mondo occidentale contro questo atteggiamento, quanto meno provocatorio».

Battisti ricorda l'articolo 5 del Trattato Atlantico

Il generale Battisti ricorda «che l’articolo 5 del Trattato Atlantico prevede che se un Paese dell’Alleanza viene aggredito gli altri devono essere solidali. Ma ciò vale per i paesi dell’Alleanza e l’Ucraina non lo è». «Da un punto vista prettamente militare, studiando la carta dell’Ucraina, si tratta di un terreno di non facile percorrenza e percorso da molti fiumi - osserva il generale Battisti - Limitandoci solo ad un aspetto militare e tecnico, 130mila uomini non sono sufficienti. Se volessero fare una guerra lampo arriverebbero a Kiev, ma per occupare tutta l’Ucraina servirebbe tantissimo equipaggiamento». «Inoltre - sottolinea - sarebbe difficile tenere sotto controllo il Paese. Gli ucraini sono stati vittime di uno dei più grandi genocidi della storia del ’900, quando Stalin nel 1932-33, per piegare la popolazione civile dell’Ucraina che non voleva sovietizzarsi, creò in Ucraina una forte carestia alimentare che ha portato a 4 mln di morti. Quello che in ucraino chiamano "holodomor". Dunque non è che ci sia tutto questo amore per i russi».