"La pandemia di coronavirus è una tragedia umana di proporzioni potenzialmente bibliche". L'ex presidente della Bce  Mario Draghi, il cui nome in queste settimane è stato più volte evocato, rompe il silenzio e parla a Financial Times "Giorno dopo giorno, le notizie economiche stanno peggiorando. Le aziende affrontano una perdita di reddito nell'intera economia. Molti stanno già ridimensionando e licenziando i lavoratori. Una profonda recessione è inevitabile - continua Draghi-. La sfida che affrontiamo è come agire con sufficiente forza e velocità per evitare che la recessione si trasformi in una depressione prolungata, resa più profonda da una pletora di valori predefiniti che lasciano danni irreversibili. E' già chiaro che la risposta deve comportare un aumento significativo del debito pubblico. La perdita di reddito sostenuta dal settore privato - e qualsiasi debito accumulato per colmare il divario - deve alla fine essere assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci pubblici. Livelli di debito pubblico molto più elevati diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e saranno accompagnati dalla cancellazione del debito privato". "La priorità", nell'emergenza coronavirus, deve essere quella di "proteggere la gente dal perdere il proprio lavoro. Se non lo faremo, usciremo da questa crisi con una capacità produttiva e un livello occupazionale permanentemente più basso", ha scritto Draghi. E ancora:  "È il ruolo corretto dello stato distribuire il proprio bilancio per proteggere i cittadini e l'economia dagli shock di cui il settore privato non è responsabile e che non può assorbire. Gli Stati l'hanno sempre fatto di fronte alle emergenze nazionali. Le guerre - il precedente più rilevante - sono state finanziate da aumenti del debito pubblico", ha continuato Draghi. L'Europa, in particolare, "per alcuni aspetti è ben equipaggiata per affrontare questo straordinario shock. Ha una struttura finanziaria granulare in grado di incanalare i fondi verso ogni parte dell'economia che ne ha bisogno. Ha un forte settore pubblico in grado di coordinare una risposta rapida. La velocità è assolutamente essenziale per l'efficacia". La chiusura delle attività economiche è stata "sia inevitabile che desiderabile", deve ora essere bilanciata dalla mobilitazione dei bilanci pubblici, delle banche e, per gli europei, dal "sostenersi a vicenda nel perseguimento di ciò che è evidentemente una causa comune".