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Padre Georg Gaenswein
Quando abbiamo lasciato il Palazzo apostolico «ho pianto» mentre ''Papa Benedetto era in uno stato di tranquillità incredibile''. E quando mi comunicò la decisione di dimettersi, «era fine settembre del 2012, a Castel Gandolfo», gli dissi «Santo Padre, no. Si deve e si può pensare a ridurre gli impegni, questo sì. Ma lasciare, rinunciare è impossibile. Papa Benedetto mi ha lasciato parlare. E poi ha detto: lei può immaginare che ho pensato bene a questa scelta, ho riflettuto, ho pregato, ho lottato. E ora le comunico una decisione presa, non una tesi da discutere. Non è una quaestio disputanda, è decisa. La dico a lei, e lei adesso non deve dirla a nessuno». In un'intervista a Repubblica Monsignor Georg Gaenswein, segretario privato di Benedetto XVI e attuale Prefetto della Casa Pontificia, racconta gli anni accanto a Benedetto XVI.
Durante il Pontificato, ricorda, «ci sono stati molti problemi, Vatileaks, poi lo Ior. Ma è ovvio che, come direbbe Papa Francesco, il cattivo, il maligno, il diavolo non dorme. È chiaro, cerca sempre di toccare, di colpire dove i nervi sono scoperti, e fa più male». Sta dicendo che ha sentito la presenza del diavolo in quegli anni? «L'ho sentito in realtà molto contrarie, contro Papa Benedetto».
Su Vatileaks padre Georg vuole fare ''una piccola correzione. I documenti non sono stati rubati dalla scrivania di Papa Benedetto, ma dalla mia. Purtroppo me ne sono accorto molto, molto più tardi, troppo tardi. Io ho parlato con Benedetto, chiaramente, gli ho detto Santo Padre, la responsabilità è mia, me la assumo. Le chiedo di destinarmi a un altro lavoro, io mi dimetto. No, no, mi ha risposto: vede, c'era uno che ha tradito persino nei 12, si chiama Giuda. Noi siamo un piccolo gruppo, qui, e rimaniamo insieme»