È iniziata con un pensiero rivolto alla popolazione ucraina, vittima della guerra, la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil, che quest'anno si è svolta ad Assisi e con lo slogan "Al lavoro per la Pace". Scuola, sicurezza sul lavoro e precarietà sono i temi affrontati negli interventi. E alla piazza di Assisi sono giunte le parole del presidente Mattarella: «In questo Primo maggio, che ritrova le persone riunite per affermare il valore del lavoro, desidero inviare un saluto alle Confederazioni sindacali che si riuniscono questa mattina ad Assisi per testimoniare che lavoro, pace, sviluppo sono parti inscindibili di uno stesso insieme». «Il mondo del lavoro è contro ogni guerra e per la pace in ogni parte del mondo». Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco della manifestazione di Assisi. «È inaccettabile che la guerra torni lo strumento di regolamentazione dei rapporti tra le persone», ribadisce Landini, tuonando che «la guerra non si sconfigge con la guerra. Non è possibile pensare che siamo più sicuri investendo in armi, perché quando si investe in armi - afferma il segretario generale - poi vengono usate». Da Assisi, dalla piazza gremita, deve invece arrivare «una voce che chieda dialogo, trattative e non armi». E Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, ha evidenziato: «È in corso una guerra dentro nostri confini, che uccide solo civili e innocenti: è la guerra dei morti e feriti sui luoghi di lavoro». Per Sbarra serve «una svolta decisa, immediata. Non abbiamo più tempo né sangue da dare», e occorrono «più controlli, un migliore coordinamento, una patente a punti per le aziende legata anche agli appalti». Tutti strumenti necessari per «fermare la scia di sangue» e la «vergogna» dei continui morti e incidenti - tre solo stamattina - che continuano a verificarsi in Italia. Il leader della Cisl ha rivolto il proprio pensiero all'Ucraina, dove è «in corso un'invasione che ha un solo colpevole: Putin, un autocrate con un brutale disegno imperialista, liberticida, rivolto contro l’Europa e i suoi valori». Per Sbarra «mettere sullo stesso piano oppressi e oppressori, vittime e carnefici, sarebbe un grave errore». Il sostegno all’Ucraina, ha proseguito, sia dunque «tangibile», così come siano «inflessibili le sanzioni contro il Cremlino». Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, si è rivolto al presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: «Applichiamo il salario minimo sui minimi contrattuali. Bonomi  venga con noi a parlare con gli operai, con chi ha perso il lavoro e vedrà che cambierà idea» . Pace, lavoro e crescita del Paese, tre valori che «ci vedono uniti» ha detto fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi, dal palco della manifestazione per il Primo Maggio, in piazza San Francesco. «Difronte alla guerra in Ucraina e a ogni guerra sento di dover ripetere il lucido e profetico grido del Papa: "Fermatevi. La guerra è una follia". Smettiamo di confidare nella forza mortifera delle armi e percorriamo le vie della politica e del negoziato, adottiamo mezzi di difesa nonviolenti e facciamo crescere una cultura di pace. Di fronte alla sacralità e all’inviolabilità della vita di ogni persona, che la fede ci rivela essere immagine dello stesso Gesù, anche la morte di uno solo a causa della violenza è un atto sacrilego e fratricida». «Nella sua Regola san Francesco parla della grazia del lavoro, perché con esso si collabora all’opera divina della creazione. Con il lavoro ciascuno dà il suo contributo affinché il mondo sia più bello e più giusto e tutti abbiano quanto necessario per una vita all’altezza della propria dignità. Voglio ricordare il numero crescente dei morti sul lavoro: facciamo tutto il possibile perché ciò non accada più. Vengano garantite sicurezza e salute in ogni luogo di lavoro: nessun guadagno può giustificare la perdita di una vita», ha aggiunto fra Marco Moroni. «Un vero sviluppo non consiste semplicemente nella crescita economica, ma include la tutela e il rispetto dell’ambiente, la promozione di chi è socialmente svantaggiato, la valorizzazione delle culture, l’accoglienza dei migranti e dei rifugiati. E tutto ciò in un’ottica non di competizione con gli altri Paesi, ma anzi di cooperazione, perché il bene non è mai solo di qualcuno» ha aggiunto ancora. «Il nostro incontrarci qui porti frutti autentici di bellezza, creatività e solidarietà, in una rinnovata alleanza, franca e sincera, tra tutti noi», ha concluso il custode. Nel pomeriggio il tradizionale concertone, promosso dai sindacati, che torna in piazza San Giovanni a Roma.