L’attivista, influencer e podcaster conservatore, Charlie Kirk, è stato ucciso mercoledì 10 settembre alle 12:20 (le 20:20 italiane) con un singolo colpo di fucile che lo ha colpito al collo. Kirk stava tenendo un dibattito del suo “The american comeback tour” al campus della Utah Valley University di Orem, cittadina vicino a Salt Lake City, alla presenza di circa 3mila persone, ed è stato ucciso mentre stava rispondendo a una domanda sulla violenza legata alle armi da fuoco negli Stati Uniti.

L’assassino, immortalato da un video diffuso dalla Cnn mentre corre su un tetto nei momenti immediatamente successivi allo sparo, è ancora in fuga. Due sospetti, arrestati nelle ore immediatamente successive all’omicidio, sono stati poi rilasciati. La sezione dello Utah dell’Fbi ha comunicato di aver rinvenuto la presunta arma utilizzata dall’assassino, un fucile a otturatore girevole scorrevole ad alto potenziale, avvolto in un asciugamano e con il bossolo ancora in canna.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal all’interno del caricatore del fucile sono state recuperate alcune munizioni calibro 30 su cui sarebbero state incisi slogan riconducibili all’ideologia transgender e antifascista. Nel corso di una conferenza stampa l’agente speciale Robert Bohls ha dichiarato che sono state recuperate «un’impronta di scarpa, un’impronta palmare e impronte dell’avambraccio per analisi» presumibilmente appartenenti all’assassino. Qualche ora più tardi l’Fbi ha diffuso un fotogramma delle videocamere di sicurezza in cui è ritratto il sospetto assassino. Cappellino da baseball, occhiali scuri, felpa con quella che sembra una bandiera americana, jeans scuri e zaino, questo l’identikit della “persona d’interesse”.

Gli spostamenti dell’assassino sono stati ricostruiti dalla polizia. «Abbiamo seguito i suoi movimenti nel campus», ha dichiarato il capo della polizia, Beau Mason, «su per le scale, fino sul tetto e attraverso di esso fino al luogo da cui ha fatto fuoco. Siamo riusciti a seguire il suo percorso mentre si spostava dall’altra parte dell’edificio, saltava giù e fuggiva dal campus, entrando in un quartiere». Mason ha aggiunto che «stiamo cercando di ricostruire l’identità del sospetto con strumenti tecnologici» e «se non ci riusciremo, chiederemo l’aiuto dei cittadini che sono in possesso di immagini e video».

Immediata è stata la reazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a cui Kirk era legato oltre che dalla fede politica anche da un rapporto di amicizia. Questo è «un momento buio per il Paese» ha detto Trump mercoledì in un video pubblicato su Truth, definendo l’influencer «un martire della verità» e accusando la sinistra radicale di aver «paragonato grandi americani come Charlie ai nazisti e ai peggiori criminali e assassini di massa del mondo. Questo tipo di retorica è direttamente responsabile del terrorismo che stiamo vivendo oggi nel nostro Paese e deve cessare immediatamente».

Durante la commemorazione dell’11 settembre al Pentagono, Trump è tornato a parlare di Kirk. «È stato un campione della libertà e un’ispirazione per milioni e milioni di persone», ha detto Trump,«ci manca moltissimo, eppure non ho alcun dubbio che la voce di Charlie e il coraggio che ha infuso nei cuori di innumerevoli persone, soprattutto giovani, continueranno a vivere». Trump ha poi annunciato che a Kirk verrà assegnata la Medal of Freedom, onorificenza che viene conferita a chi ha dato «un contributo meritorio speciale per la sicurezza o per gli interessi nazionali degli Stati Uniti, per la pace nel mondo, per la cultura o per altra significativa iniziativa pubblica o privata». «Rispondeva a qualsiasi domanda e parlava con tutti», ha scritto il vicepresidente, Jd Vance, in un post su X, «Se si guardano davvero gli eventi di Charlie, al contrario dei riassunti fasulli, sono uno dei pochi posti in cui si assiste a un dialogo aperto e onesto tra destra e sinistra». Vance, che avrebbe dovuto partecipare alle commemorazioni dell’11 settembre a New York, si è invece recato con la moglie a Salt Lake City per rendere omaggio alla famiglia di Kirk. Il governatore dello Stato dello Utah, Spencer Cox, ha dichiarato che si tratta di un «assassinio politico».

Il mondo conservatore piange uno dei suoi idoli, avverte che il paese «è in guerra» e minaccia i «radicali di sinitra». «Pensavi che le cose andassero male prima? Che stessimo esagerando?», ha detto Jack Posebic, commentatore politico e collaboratore di Kirk, «ci hanno appena portato via uno dei nostri amici. Questo è quello che avete fatto al nostro Paese. Quello che verrà dopo sarà colpa vostra». Anche Steve Bannon, ex stratega e consigliere di Trump, è intervenuto definendo Kirk una «vittima della guerra politica in corso». «Siamo in guerra, ci saranno preghiere, lutto e bandiere a mezz’asta, ma dobbiamo mantenere una determinazione ferrea», ha aggiunto Bannon.