"Inutile fare allarmismi sul cambiamento climatico. Piuttosto cerchiamo di prepararci per quando queste estremizzazioni - maggiori punte di freddo/caldo, siccità e temporali con grandine e trombe d'aria - diventeranno la normalità". Così all'AdnKronos il climatologo Massimiliano Fazzini, Referente Nazionale Team Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale.

"La situazione che stiamo vivendo in questi giorni - il maltempo al nord e gli incendi al sud - è dovuta principalmente al fatto che si è avuta la prima vera ondata di caldo del 2023, di origine africana. Ma mentre il nord Italia è stato interessato da correnti più fresche e umide provenienti dall'Oceano Atlantico, al sud le temperature sono rimaste più alte. Il contrasto tra queste masse d'aria avviene sull'alta pianura padano-veneta e proprio per questo motivo quella zona è interessata dai fenomeni climatici che sono sotto gli occhi di tutti".

Nello specifico, questi fenomeni rientrano ancora in un range di eccezionalità ma, avverte Fazzini, "nel momento in cui dovessero diventare frequenti, come sta succedendo, ci troveremo di fronte a un nuovo clima caratterizzato da temperature più elevate e precipitazioni più intense. Ciò significa che nel giro di 15-20 anni potremmo trovarci di fronte a determinate problematiche non solo fisiche, come lo scioglimento dei ghiacciai o i fenomeni franosi che stanno interessando sempre di più le nostre montagne, ma specifiche, come la mancanza d'acqua, perfino in un territorio che ne è ricco come quello italiano". "E come ben sappiamo, la mancanza d'acqua in epoche storiche diverse ha portato a guerre, migrazioni di massa, importanti cambiamenti da un punto di vista sociologico", aggiunge.

Il problema maggiore interesserà le città che, dichiara Fazzini, diventeranno sempre più invivibili. "In estate, i grandi centri abitati che saranno sempre più estesi anche per quanto riguarda le zone periferiche, saranno soggetti a vere e proprie ondate di calore; ciò porterà come diretta conseguenza l'uso maggiore dell'aria condizionata e quindi il riscaldamento globale. Sono questi i problemi da fronteggiare nell'immediato, per non farci sorprendere quando diventeranno cronici", conclude Fazzini.