Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini è tornato a parlare della morte di Navalny: «Contestazioni alla Lega da parte della sinistra ci sono tutti i giorni. Noi ieri eravamo in piazza per chiedere chiarezza e chiedere la fine nel 2024 di tutti i conflitti aperti. Noi come possiamo sapere cosa è successo a Navalny? Come posso giudicare oggi cosa è successo dall’altra parte del mondo, capisco la posizione della moglie, ma è giusto fare chiarezza. È chiaro che c’è un morto e quindi bisogna fare assolutamente chiarezza, ma la chiarezza la fanno i medici e i giudici, non la facciamo noi» ha dichiarato il leader della Lega su Rtl 102.5.

«Noi ieri siamo andati – ha aggiunto a proposito della fiaccolata al Campidoglio – tutte le fesserie in questi anni sui legami con la Russia, i finanziamenti inesistenti sulla Russia, sono state archiviate, i giudici hanno detto che non è successo nulla, sono palle. Siamo andati a manifestare pacificamente e qualche meno pacifico di sinistra urla contro di noi».

«Ho parlato a lungo con la moglie di Navalny ieri, le ho ribadito la vicinanza e la solidarietà del governo italiano e il nostro impegno a difesa della democrazia e della libertà di opinione. Abbiamo chiesto la liberazione di tutti i detenuti politici in Russia. Noi continueremo a difendere il diritto di ogni cittadino a esprimere le proprie idee», ha detto invece il ministro degli Esteri Antonio Tajani, leader di Fi, a margine di una conferenza stampa alla Camera. 

Il quale replica indirettamente anche a Salvini: «E' chiaro che i fatti dovranno essere accertati però è indubbio che Navalny sia stato fatto morire. Non sappiamo se è stato ucciso fisicamente da un killer, ma si può provocare la morte di una persona anche con una detenzione incompatibile con la vita. E questo è successo: Navalny stava in un gulag, come quelli che usava l'Unione sovietica», ha rimarcato il titolare della Farnesina.