Potrebbe essere Antonello Mura, attuale procuratore generale di Roma, il nuovo capo dell'ufficio legislativo del ministero della Giustizia al posto di Franca Mangano, anch'ella magistrato. Al momento non c'è nulla di ufficiale ma il nome di Mura sta circolando con insistenza in queste ore dalle parti di via Arenula. Dopo aver nominato come capo di gabinetto il presidente del Tribunale di Vicenza Alberto Rizzo, e come vice la giudice Giusi Bartolozzi, Carlo Nordio avrebbe così deciso di imprimere una accelerazione al ricambio dei vertici dei ministero.

Lo spoil system assegna il termine di novanta giorni dall’insediamento per sostituire i dirigenti apicali, trascorsi i quali essi si intendono confermati. Mura, classe 1954, prima di essere nominato procuratore generale a Roma aveva ricoperto il medesimo incarico a Venezia. Magistrato di grande esperienza, è stato anche consigliere del Csm e capo dipartimento per gli affari di giustizia al ministero, nei mesi scorsi era in corsa per la Procura generale della Cassazione. La Commissione per gli incarichi direttivi del Csm, però, aveva aveva bocciato la sua domanda, preferendogli il procuratore generale di Napoli Luigi Riello e l’aggiunto a piazza Cavour Luigi Salvato, quest'ultimo poi nominato dal Plenum al posto di Giovanni Salvi.

Vicino a Magistratura indipendente, come Rizzo, Mura rappresenterebbe un segnale di forte discontinuità con il passato in un momento molto delicato: da un lato, infatti, l'avvio delle riforme volute da Marta Cartabia la cui attuazione è fondamentale per l'erogazione da parte dell'Europa dei fondi del Pnrr, dall'altro la necessità di realizzare il programma sulla giustizia del centrodestra.

A parte il forzista Francesco Paolo Sisto, che da sottosegretario è stato promosso viceministro, la compagine politica a via Arenula è stata completamente rinnovata. Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno voluto mandare come sottosegretari, rispettivamente, Andrea Ostellari e Andrea Delmastro Delle Vedove, i loro due esponenti più rappresentativi ed identitari sulla giustizia. Una coabitazione che si preannuncia non facile considerando la distanza su temi quali, ad esempio, il carcere.

In questo scenario la scelta di coloro che dovranno guidare la macchina ministeriale risulta essere di fondamentale importanza. Ecco allora la scelta di Nordio di affidarsi a figure d'esperienza e conosciute in passato che sappiano “mediare” fra le varie sensibilità che compongono l'esecutivo.