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“Ho fiducia nella giustizia”. Marine Le Pen si è detta “molto serena” arrivando oggi a Parigi davanti al tribunale di Parigi che dovrà giudicarla sul cosiddetto caso degli assistenti parlamentari del Rassemblement National. “Sono qui per esporre le nostre argomentazioni”, ha aggiunto la leader del partito francese di estrema destra parlando con Bfmtv del caso per cui rischia fino a 10 anni di reclusione, un milione di Euro di ammenda e 10 anni di ineleggibilità. “E' in causa la libertà parlamentare”, ha poi affermato, assicurando: “Non abbiamo violato alcuna regola”.
Gli imputati al processo saranno 27, tra loro molti dirigenti del Rassemblement National: oltre a Marine Le Pen, Louis Alliot, Bruno Gollnisch e Jean-Marie Le Pen. Da oggi al 27 novembre, il Tribunale penale di Parigi giudicherà il caso dei sospetti incarichi fittizi finalizzati all'appropriazione indebita di denaro del Parlamento europeo a beneficio del partito con una presunta deviazione di 6,8 milioni di euro.
L'attuale capo dei parlamentari di estrema destra all'Assemblea nazionale è accusata, insieme ad altre 26 persone, di aver utilizzato i soldi del Parlamento europeo tra il 2004 e il 2016 per finanziare il partito. Un reato per il quale potrebbe essere condannata a dieci anni di carcere, un milione di euro di multa e dieci anni di ineleggibilità, quest'ultimo fattore che metterebbe in questione la sua candidatura all'Eliseo per la quarta volta nel 2027.
Le Pen nega l'accusa e si considera perseguitata dalla giustizia. Il suo entourage ha assicurato che la leader di Rn si presenterà regolarmente in tribunale e non si nasconderà dietro i suoi avvocati, nonostante il processo coincida con una situazione politica carica, con i primi passi del nuovo governo guidato da Michel Barnier, la cui sopravvivenza dipende dalla protezione dell'estrema destra.