Dieci anni di reclusione per lex militante dei Nar Massimo Carminati e 12 anni e 10 mesi allex capo delle cooperative Salvatore Buzzi. È lesito del processo dappello bis al "Mondo di Mezzo", disposto dalla Cassazione solo per la rideterminazione delle pene per venti imputati, a seguito della sentenza del 22 ottobre del 2019 che faceva definitivamente cadere il reato di mafia.  Alla lettura del dispositivo della prima sezione penale della corte dappello era presente anche la sindaca Virginia Raggi. Tra le pene ricalcolate ci sono quelle che riguardano, tra gli altri, Luca Gramazio (5 anni e 6 mesi), Fabrizio Franco Testa (5 anni e 6 mesi), Franco Panzironi (3 anni e 6 mesi), Riccardo Brugia (6 anni), Matteo Calvio (5 anni e 7 mesi), Paolo Di Ninno (3 anni, 8 mesi e 10 giorni), Alessandra Garrone (2 anni, 9 mesi e 10 giorni), Claudio Caldarelli (4 anni e 5 mesi) ed Emanuela Bugitti (2 anni, 8 mesi e 15 giorni). «Con questa sentenza il mio assistito è sotto il limite che consente una misura alternativa e quindi potrebbe non tornare più in carcere», commenta Cesare Placanica, difensore di Massimo Carminati. Lex militante dei Nar, arrestato nel dicembre del 2014, ha già trascorso 5 anni e 7 mesi di carcere preventivo. «È stata una condanna molto più dura di quanto ci aspettassimo perché la corte ha considerato più grave il reato di associazione a delinquere semplice. Il pg aveva chiesto 12 anni e 8 mesi e venti giorni di reclusione. Faremo ricorso nuovamente in Cassazione. Comunque meglio dei 18 anni della volta scorsa», dichiara invece Salvatore Buzzi dopo la lettura del dispositivo. «Quello di Mafia Capitale è uno dei capitoli più bui della storia della nostra capitale. Sono stati calpestati i diritti dei cittadini e questo è stato riconosciuto. Io credo sia fondamentale il lavoro di ricostruzione che stiamo facendo, che parte dalle macerie: fatto di bilanci puliti, regolari e di appalti legali e trasparenza. I cittadini romani meritano questo», commenta la sindaca di Roma, Virginia Raggi. Che aggiunge: «Io lo so, sono scomoda perché porto avanti questo percorso, però non si può assolutamente tornare indietro. Dobbiamo garantire a Roma queste condizioni di legalità, trasparenza e regolarità».