«Obbligo vaccinale? Siamo favorevoli, perché abbiamo a cuore l’interesse generale e sappiamo che il vaccino è l’unica via in grado di farci uscire dalla crisi pandemica ed economica. Vaccinarsi è un dovere morale e civile, come affermato anche dal Capo dello Stato. Un dovere che va sancito solo per legge, perché lo prevede la Costituzione». Lo ha ribadito stamattina ad “Agorà” Estate il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra. «Non ci sono alternative: non possiamo introdurlo surrettiziamente attraverso le relazioni industriali. Contrattazione e protocolli invece devono essere gli strumenti con i quali governare e regolare gli spazi comuni nei luoghi di lavoro, a partire dalle mense. Al Governo diciamo che occorre fare chiarezza. Bisogna evitare che gli ambienti lavorativi diventino un campo di battaglia».

Obbligo vaccinale e green pass

Il green pass «è sicuramente uno strumento utile ma le fughe in avanti di certe aziende che abbiamo visto in queste settimane sono assolutamente inaccettabili. Non si possono fissare regole in modo unilaterale, senza alcun confronto sull’ingresso nelle fabbriche e negli spazi comuni». Sbarra ha aggiunto che il sindacato non accetta lezioni da parte Confindustria ricordando che «la Cisl ha aperto alla possibilità di mettere mano, rafforzare e migliorare i protocolli interconfederali già il 2 agosto, in occasione di un vertice con il Presidente Draghi. Da quel momento abbiamo ripetuto il concetto almeno una decina di volte, ma da Viale dell’Astronomia non abbiamo ricevuto che silenzio. Lo ribadiamo per l’ennesima volta adesso: siamo prontissimi, anche oggi, a vederci e ad aggiornare quello che c’è da aggiornare sulle intese».

Blocco dei licenziamenti

Sulle questioni del blocco dei licenziamenti che scade il 31 ottobre il Segretario generale della Cisl ha detto: «se arriveremo a quella data senza nuovi strumenti di supporto attivo e passivo rischiamo di finire in un autunno molto caldo. Dobbiamo accelerare il confronto per un sistema nuovo di ammortizzatori e politiche attive, di protezione e promozione della persona nel mercato del lavoro. La via è quella di un sistema di ammortizzatori inclusivo, mutualistico, assicurativo, semplificato, di universalismo differenziato che tenga dentro tutti, le aziende con meno di 6 dipendenti ed anche il lavoro autonomo». «Bisogna poi rafforzare Naspi e Dis-Coll, estendere l’applicabilità dei contratti di espansione e di solidarietà» ha sottolineato, Luigi Sbarra. «E poi serve un enorme salto di qualità sulle politiche attive e sulla formazione, con una rete che assicuri ad ognuno riqualificazione ed inserimento nel circuito produttivo. Qualcosa di ben diverso dal Reddito di Cittadinanza, che ha dato risposte importanti ma solo sul lato del contrasto alle povertà. Ci sono da potenziare mezzi e personale dei Centri per l’impiego, da incrociare le banche dati, coinvolgere ed integrare al collocamento pubblico le Agenzie per il lavoro, che conoscono i sistemi produttivi locali». (ITALPRESS)