L’indice di trasmissibilità Rt cala in Italia e si attesta in media all’ 1,08, di poco sopra alla soglia d’allerta e in linea con un livello di gravità del contagio da “zona gialla”. Ma l’Rt non è l’unico parametro con cui vengono assegnate le zone (ce ne sono altri 20) ed è per questo che, almeno per ora, diverse regioni rimarranno arancioni.

Ma quello che fa ben sperare è il cambio di colore di alcune zone: da domani Lombardia, Calabria e Piemonte tornano ad essere arancioni, mentre Liguria e Sicilia passano al giallo. Ancora attesa per Campania, Abruzzo, Valle d’Aosta e Provincia autonoma di Bolzano, che potrebbero essere declassate nel giro di qualche giorno. «Contiamo di passare in zona arancione dal 4 dicembre», ha detto Eugenio Giani, presidente della Toscana, mentre il presidente lombardo Attilio Fontana, che ieri si è incontrato con il leader della Lega, Matteo Salvini, ha ringraziato i cittadini della sua Regione per i sacrifici fatti: «Ora siamo in zona arancione e potremo riaprire gli esercizi commerciali».

Intanto il Consiglio dei ministri ha nominato Guido Longo, ex prefetto di Vibo Valentia, come nuovo commissario alla sanità della Calabria, dopo le vicissitudini delle scorse settimane sul caso. Proseguono inoltre le consultazioni interne al governo con la cabina di regia di cui fanno parte anche Istituto superiore di sanità e Comitato tecnico scientifico sui prossimi provvedimento da adottare in vista del nuovo Dpcm, che sostituirà quello in scadenza giovedì prossimo. Sul tavolo l’ipotesi dell’allungamento del coprifuoco alle 23 e la possibilità di spostamento tra regioni gialle. Difficile, al momento, la riapertura delle scuole prima delle vacanze natalizie. Riapertura che sarà comunque graduale e divisa per ordine e grado.

Nel frattempo la curva epidemiologica continua il lieve allentamento e prosegue nel lento ma costante appiattimento. Nelle ultime 24 ore i nuovi casi di coronavirus sono stati 28.352, a fronte di 222.803 tamponi effettuati e un tasso di positività che si attesta al 12,7%. Si consolida il dato di allentamento della pressione nelle terapie intensive, nelle quali i ricoverati calano di 64 unità. Diminuiscono anche i ricoveri nei reparti di normale degenza (- 354) ma resta alto il numero dei decessi: 827.