L'Italia «è disposta a dare il suo contributo» ad un'eventuale forza di interposizione, di monitoraggio che dovesse essere concordata per la Libia. A dirlo è il premier Giuseppe Conte, secondo il quale "è assolutamente importante dare un contributo a compiere tutte quelle attività che porteranno ad una stabilizzazione pacifica». «Noi confidiamo che da questa giornata possa nascere, nella condivisione di tutti gli attori, la convinzione che un'opzione militare non potrà mai portare, anche per le caratteristiche dello scenario libico così frammentato, fra milizie e tribù, ad una soluzione definitiva .  ha affermato dalla conferenza di Berlino -. Non chiediamo a nessuno degli attori di fare un passo indietro, ma chiediamo decisi passi avanti verso la stabilizzazione e la pacificazione». «Noi come Italia siamo disponibili a ospitare la prossima riunione per implementare il processo politico» in Libia, aveva annunciato in mattinata il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, prima dell'incontro con il collega turco Mevlut Cavusoglu ed il collega egiziano Shameh Shoukry, per trovare una soluzione al caos nel Paese nordafricano. «Vari Paesi dell'Ue sono pronti a mettere in atto una missione di monitoraggio per far rispettare l'embargo delle armi - ha aggiunto -. In Libia non ne devono entrare più. Nell'ambito dell'ombrello Onu e con precise regole sul cessate il fuoco e sullo stop alla vendita delle armi, penso che l'Italia possa far parte di una missione di interposizione». Di Maio ha lanciato un appello al premier Fayez Serraj ed al generale Khalifa Haftar: «che possano avere a cuore il destino del popolo libico», ha sottolineato. «Queste sono ore cruciali - ha aggiunto parlando con i giornalisti - ma i protagonisti di questo conflitto, di questa escalation, devono avere a cuore le sorti ed il destino del popolo libico». Secondo il ministro, «se Serraj e Haftar e tutti gli attori di questo conflitto che ci preoccupa mettono al centro il bene del popolo libico, sarà più semplice». «La conferenza di Berlino avrà senz'altro un esito positivo», ha affermato, dopo aver anticipato questa mattina su Facebook che «la risposta alla crisi libica non può essere unaltra guerra. La via è quella del dialogo e della diplomazia e, in questa cornice, lUnione Europea dovrà recitare un ruolo da protagonista», ha chiarito il titolare della Farnesina.   [embed]https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/videos/633464867412601/[/embed]   Il blocco delle esportazioni di petrolio deciso dal generale Khalifa Haftar «indebolisce ulteriormente la popolazione libica», ha aggiunto il ministro. E a poche ore dall'inizio della conferenza di Berlino, il capo del governo di Tripoli, Fayez Serraj ha chiesto l'intervento di «truppe di protezione» internazionali nel caso in cui il generale Khalifa Haftar continui la sua offensiva. «Una tale forza di protezione deve operare sotto gli auspici delle Nazioni Unite - ha detto oggi al giornale Die Welt - gli esperti dovranno consigliare chi vi dovrà partecipare, se la Ue o l'Unione Africana o la Lega Araba». Sarraj ha avuto poi parole critiche verso la Ue, affermando che non si sta mostrando abbastanza attiva per la Libia. «Sfortunatamente il ruolo della Ue finora è stato molto modesto - ha affermato - anche se alcuni Paesi hanno una relazione speciale con la Libia, noi siamo Paesi vicini ed abbiamo molti interessi comuni». Ma Conte ha replicato: «l'Europa non è arrivata tardi, l'Italia, e noi facciamo sempre parte dell'Europa, c'è sempre stata».