La Cina - che ha confermato la presenza di 137 casi di contagio asintomatico dopo un focolaio in una fabbrica di indumenti a Kashgar, nella regione autonoma nord-occdientale allo Xinjiang - ha avviato subito le procedure di test di massa della popolazione e in appena 24 ore ha gia' testato 2,8 milioni di persone sui 4,75 milioni di residenti nella zona contro i circa 150mila effettuati giornalmente dal nostro Paese. In totale, i casi asintomatici registrati nel bollettino di oggi della Commissione Nazionale per la Sanita' cinese sono 161, ventiquattro dei quali provenienti dall'estero. I nuovi contagi sono i primi, in Cina, dalla meta' di ottobre, quando si e' verificato un focolaio in un ospedale della citta' portuale di Qingdao. Il primo caso asintomatico a Kashgar si e' registrato sabato scorso, una ragazza di 17 anni, e nella giornata di ieri le autorita' sanitarie nazionali hanno inviato squadre sul posto per procedere alle indagini epidemiologiche: finora sono state testate 2,83 milioni di persone. Gia' a luglio scorso si era verificato un focolaio, con oltre 900 casi, nello Xinjiang, a Urumqi. La Cina classifica a parte i casi asintomatici, rispetto al totale dei casi accertati, a quota venti nella giornata di ieri, tutti provenienti dall'estero. Dall'inizio dell'epidemia si contano 85.810 casi confermati nel Paese, mentre il numero di decessi rimane fermo a quota 4.634.

Crisanti: "Tracciamento e prevenzione altrimenti sarà una catastrofe"

"Le Regioni vogliono scaricare la responsabilità di questo disastro e chiedono al governo di certificare la loro assoluzione. Non ho mai visto un simile concentrato di demagogia e populismo". Così Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia dell’Università di Padova, in un'intervista a Repubblica. "Escludere gli asintomatici dal tracciamento è una catastrofe annunciata. Sono irresponsabili".Per Crisanti, "il governo è costretto a misure coraggiose e impopolari a causa del caos delle Regioni. Bene ha fatto Conte a chiudere. Ho qualche perplessità sui teatri ma il rischio è troppo alto: tra 10 giorni potremmo avere numeri preoccupanti". "La vera lotta contro il virus è una lotta contro chi lo trasmette - prosegue il professore -. Dopo decine di pubblicazioni sulle riviste scientifiche internazionali, rimango stupito quando ancora qualcuno ha il coraggio di sostenere che gli asintomatici non siano un problema", prosegue il professore che indica la strada da seguire. "Tracciamento e prevenzione, queste sono le parole d’ordine. Tutti i programmi che hanno avuto successo nel contrasto del virus erano basati sul tracciamento degli asintomatici. La Cina ha fatto 9 milioni di tamponi, per prendere gli asintomatici. E oggi parliamo di modello-Wuhan". Crisanti torna sul suo ruolo al fianco di Luca Zaia in Veneto all'inizio della prima ondata. "La Regione Veneto ha fatto tutto e il contrario di tutto. Prima disse no, poi mi diede retta, poi si sono spostati su posizioni diverse. Oggi chiede al governo di non testarli. Fatalità, oggi i numeri del Veneto non si discostano più da quelli delle altre regioni".