Siamo a fine giugno, ma questa si candida fortemente a essere l’idea più assurda dell’anno. L’ha avuta l’imprenditore australiano Aron D’Souza, presidente di Enhanced Games, che ha intenzione di organizzare le Olimpiadi dei dopati. Avete letto bene. In sostanza, ehm… in pratica per gareggiare devi essere per forza dopato, altrimenti vieni squalificato.

Il progetto, ha spiegato D’Souza, ha l’obiettivo di sostenere la legittimità dei farmaci per migliorare le prestazioni degli atleti nelle cinque le discipline ammesse alla prima edizione che dovrebbe svolgersi a dicembre 2024: atletica, nuoto, pesi, ginnastica e sport da combattimento.

Il periodo di gare, non a casa, arriva pochi mesi dopo le Olimpiadi di Parigi, alle quali l’imprenditore vuole fare concorrenza. «Il modello delle Olimpiadi si è rotto, il Cio è uno stato a partito unico da oltre 100 anni e ora ha un partito d’opposizione: siamo pronti alla battaglia - ha spiegato d’Souza - Gli atleti sono adulti e hanno il diritto di fare con il proprio corpo ciò che desiderano: il mio corpo, la mia scelta; il tuo corpo, la tua scelta. Nessun governo, nessuna federazione sportiva paternalistica dovrebbe prendere tali decisioni per gli atleti, in particolare per quanto riguarda i prodotti regolamentati e approvati dalla Food and Drugs».

La sfida sembra più seria di quanto possa sembrare, con tanto di sito web e sponsorizzazioni. C’è un video con «l’uomo più veloce del mondo». Che fino a oggi è Usain Bolt, capace di correre i 100 metri in 9.58 secondi ai Mondiali di Berlino 2009, ma che ovviamente un atleta dopato potrebbe battere. «Ha battuto il record dei 100 metri di Usain Bolt e ha sbloccato il vero potenziale atletico del suo corpo - si legge nel sito - Ma il mondo non è pronto per lui. Le Olimpiadi lo odiano. È stato diffamato. Sarà vendicato». Il sito invita i tifosi a «venire a vederlo competere agli Enhanced Games del 2024» e accusa il Comitato olimpico internazionale di denigrare gli «atleti dopati» per poi elencare i record mondiali «dopati» respinti dal Cio.

«So che giocheranno sporco, so che ci combatteranno, ma sappiamo di essere moralmente corretti», ha aggiunto D’Souza riferendosi al Comitato olimpico internazionale.

La proposta ha sollevato ovviamente parecchie critiche, incluse quelle del Comitato Olimpico Australiano, che ha definito l'idea «pericolosa e irresponsabile». «Non sappiamo quasi nulla di questa organizzazione, ma lo sport deve essere pulito e deve essere sicuro per tutti gli atleti - ha dichiarato lunedì l’amministratore delegato Matt Carroll - Il Comitato olimpico australiano ritiene che il concetto di giochi potenziati dal doping sia pericoloso e irresponsabile».

La capodelegazione dell’Australia per Parigi 2024 ed ex oro olimpico Anna Meares si è detta allibita dalla proposta. «Sinceramente, sembra uno scherzo - ha detto - é scorretto e pericoloso e non mi sembra il mio giusto di affrontare lo sport». E vorremmo anche vedere.