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Donbass
La Russia starebbe cambiando strategia: Kiev non sarebbe più nel mirino. Le truppe di Vladimir Putin, secondo quanto riferito da Reuters, che ha citato un alto funzionario della difesa statunitense, avrebbero deciso di puntare solo sul Donbass, per isolare le forze ucraine nell'est dal resto del Paese. Venerdì la Russia ha dichiarato che la prima fase della sua operazione militare è in gran parte conclusa e si concentrerà sulla completa "liberazione" del Donbass, parte del quale è già sotto l'occupazione russa. L'annuncio lascia intendere che Mosca potrebbe muoversi verso obiettivi più limitati dopo aver incontrato un'ostinata resistenza ucraina nel corso di questo mese di guerra. Secondo il funzionario americano, il Donbass sarebbe ora una «priorità» dei piani russi, mentre a Kiev gli invasori starebbero «occupando posizioni difensive». Inoltre, le forze ucraine stanno gradualmente progredendo nelle offensive contro le truppe russe intorno a Chernihiv. Una exit strategy per la quale Vladimir Putin starebbe pensando al 9 maggio, per proclamare la missione compiuta nel giorno delle celebrazioni della Liberazione dai nazisti. Intanto, Mosca cerca di portare rinforzi in Ucraina attingendo alle sue truppe in Georgia, secondo quanto riferisce il Pentagono, che conferma anche l'intenzione russa di ottenere il controllo dell'intera regione nell'est del Paese, compresa Mariupol. Ma in diverse città, compresa la capitale Kiev, sono tornate a suonare le sirene degli allarmi antiaerei. Intanto oggi il presidente degli Stati Uniti Joe Biden terrà in Polonia un discorso sulla guerra, a conclusione, della sua missione in Europa. A Varsavia Biden sottolineerà «gli sforzi uniti del mondo libero a sostegno del popolo ucraino, per mettere la Russia di fronte alle sue responsabilità per questa guerra brutale e difendere un futuro che è basato sui principi democratici», secondo quanto reso noto dalla Casa Bianca. Per quanto riguarda il colloquio che avrà invece con il presidente polacco, Andrzej Duda, sarà concentrato su come «gli Stati Uniti, insieme ad alleati e partner, stanno affrontando la crisi umanitaria e dei diritti umani che l’invasione ingiusta e non provocata della Russia ha creato in Ucraina». Giovedì, l'Ucraina ha dichiarato di aver distrutto una grande nave di supporto anfibia russa nel porto occupato dai russi di Berdyansk sul Mar d'Azov. Ignoto, al momento, il numero di vittime. Venerdì, il capo della Direzione Operativa Principale dello Stato Maggiore della Federazione Russa, Sergei Rudsky, ha affermato che 1.351 soldati russi sono stati uccisi e 3.825 sono rimasti feriti durante l'operazione. L'esercito ucraino ha riferito che circa 15.000 soldati russi sono stati uccisi nei combattimenti. Il consiglio comunale di Mariupol ha riferito di circa 300 morti a seguito del bombardamento del Teatro Drammatico il 16 marzo. Secondo le autorità ucraine, centinaia di civili si sono rifugiati nel teatro. Il Ministero della Difesa della Federazione Russa, a sua volta, ha affermato che i combattenti del battaglione di estrema destra Azov potrebbero essere nell'edificio. Allo stesso tempo, il dipartimento ha negato qualsiasi coinvolgimento nel bombardamento, poiché "nel pomeriggio del 16 marzo, l'aviazione russa non ha svolto alcun compito relativo agli attacchi a bersagli a terra nella città di Mariupol". Le autorità russe hanno ripetutamente ricordato la loro posizione: l'esercito spara solo contro obiettivi militari. Sono intanto 136 i bambini rimasti uccisi e 199 quelli feriti nell’invasione russa all’Ucraina, secondo quanto reso noto dall’ufficio del procuratore generale. Per l’Onu ci sono stati 1.081 morti tra i civili e 1.707 feriti dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Il consiglio comunale di Mariupol ha riferito di circa 300 morti a seguito del bombardamento del Teatro lo scorso 16 marzo. Secondo le autorità ucraine, centinaia di civili si sono rifugiati nel teatro. Il Ministero della Difesa della Federazione Russa, a sua volta, ha affermato che i combattenti del battaglione di estrema destra Azov potrebbero essere nell'edificio. Allo stesso tempo, il dipartimento ha negato qualsiasi coinvolgimento nel bombardamento, poiché «nel pomeriggio del 16 marzo, l'aviazione russa non ha svolto alcun compito relativo agli attacchi a bersagli a terra nella città di Mariupol». Le autorità russe hanno ripetutamente ricordato la loro posizione: l'esercito spara solo contro obiettivi militari.