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La notizia delle dimissioni della premier scozzese e leader del partito SNP Nicola Sturgeon è stata accolta con “sorpresa” e lascia la Scozia “sotto shock”, ma sono subito arrivati tributi, omaggi e auguri alla chief minister in carica da novembre 2014.
Da Londra il premier britannico Rishi Sunak ha ringraziato Nicola Sturgeon per "il suo servizio di lunga data”, augurandole “tutto il meglio per i suoi prossimi passi” e assicurando che “continueremo a lavorare a stretto contatto con il governo scozzese sui nostri sforzi congiunti per aiutare le persone in tutta la Scozia”. L'ex premier britannica Theresa May ha riconosciuto che “non siamo d'accordo su molte questioni, ma vorrei ringraziare Nicola Sturgeon per il suo lungo e
instancabile servizio al nostro Paese e per il rapporto professionale che abbiamo mantenuto come leader” Un messaggio è arrivato anche dall'ex premier Goldon Brown, che recita: “Voglio unirmi agli altri nel ringraziare Nicola Sturgeon per il suo lavoro come primo ministro della Scozia e le auguro ogni bene per quello che farà in futuro”.
La premier scozzese ha rassegnato le dimissioni da capo del governo e leader del suo partito SNP (Scottish National Party), questa mattina, dopo aver maturata la scelta nelle ultime settimane per “senso del dovere e amore”, che non è il frutto di “pressioni a medio termine”. Nel riferire dell'annuncio a sorpresa della premier scozzese, la stampa britannica l'ha accomunata alla premier neozelandese Jacinda Arden, che lo scorso 19 gennaio aveva rassegnato le dimissioni dicendosi “stanca”.
Nel suo discorso di dimissioni pronunciato alla Bute House, Sturgeon, in carica da otto anni, ha fatto un bilancio del suo operato, tornando sui momenti di difficoltà e sui successi, soffermandosi inoltre su una serie di considerazioni sulla propria esistenza e sul suo futuro oltre che su quello della Scozia. Proprio in lei, iconica chief minister, gli scozzesi deponevano tutte le speranze di vedere la Scozia indipendente dal Regno Unito. In effetti Sturgeon aveva dichiarato la sua intenzione di indire un secondo referendum sull'indipendenza nell'ottobre di quest'anno, ma la Corte Suprema del Regno Unito aveva stabilito che il Parlamento scozzese non ha il potere di convocare la consultazione senza il consenso del governo centrale britannico.
In conferenza stampa la premier dimissionaria si è detta “fermamente convinta che il mio successore condurrà la Scozia all'indipendenza, una causa che sarà vinta”, valutando di aver “portato il Paese più vicino al suo obiettivo” e aggiungendo “credo che siamo nella fase finale”. Conquistare l'indipendenza è stata “la causa a cui ho dedicato una vita. E' una causa in cui credo con ogni fibra del mio essere. Ed è una causa che sono convinta vincerà. Intendo essere lì mentre si vince, in ogni fase del percorso” ha dichiarato la premier uscente. Un traguardo che toccherà al suo successore, ovvero al nuovo leader del partito SNP che sarà designato dal comitato esecutivo, ma in merito a tale scelta ha precisato che non si pronuncerà.
La premier uscente ha tuttavia assicurato di voler rimanere in Parlamento - Holyrood - fino alle prossime elezioni e non vede l'ora di servire il suo collegio elettorale. Sulle divisioni interne al suo partito e l'attuale situazione di confusione per un'indagine aperta dalla polizia sui finanziamenti, ha assicurato che “queste cose non sono il motivo per cui sono qui oggi. Questi non sono fattori,
né la mia decisione di oggi influirà su queste cose”. Anzi, in merito alla critiche interne e al calo di consensi per la recente approvazione di una legge controversa che in Scozia rende molto più facile riconoscere i cambiamenti di genere sin dall'età di 16 anni - legge bloccata dal governo britannico – Sturgeon ha dichiarato che “anche durante i periodi difficili, dopo otto anni di governo, ho goduto di indici di approvazione per i quali la maggior parte dei leader darebbe il braccio destro”. Secondo lei più a lungo un leader è in carica “più persone troveranno cose su cui non essere d'accordo con te”. La premier scozzese ha poi esplicitato le sue motivazioni personali, spiegando che è da qualche settimana che stava pensando a rassegnare le dimissioni con “un'intensità oscillante, ma un paio di settimane fa ha iniziato a cristallizzare un po' di più”. E sebbene “non sia riuscita a individuare il momento esatto”, ieri il funerale dell'89enne attivista per l'indipendenza Allan Angus ha avuto un “effetto chiarificatore” sul suo pensiero. Ora non vede l'ora di sperimentare “un modo diverso di vivere la vita” poiché, all'alba dei suoi 53 anni, “sono stato Nicola Sturgeon il politico per tutta la vita”. Pertanto, ha sottolineato, “forse voglio dedicare un po' di tempo a Nicola Sturgeon l'essere umano. Vi sembra egoistico? Spero di no”. Inoltre ha accennato alla mancanza di privacy nel lavoro, dicendo che è “difficile andare a prendere un caffé o incontrare gli amici” e ha menzionato la “brutalità” della vita come politico.