"Continua la grande ritirata di SARS-CoV-2 dall’Italia. Anche oggi è calato, per il ventiquattresimo giorno consecutivo, il numero totale dei ricoveri in terapia intensiva per COVID-19, da 1.427 a 1.333, quindi ben 94 unità, e ora siamo a meno di un terzo del picco registrato a metà marzo con 4.068 ricoveri", inizia così, con una boccata d'ottimismo, il lungo articolo dell'epidemiologo Guido Silvestri su Medical Facts. "Cala di molto anche il numero dei ricoveri ospedalieri totali (da 16.270 a 15.769, quindi di 501 unità). Quindi avanti così, un giorno alla volta, con prudenza, sempre ricordando la similitudine della nave tra i due scogli, ma anche con tanto ottimismo, perché il “mostriciattolo” sembra davvero andare verso l’uscita" Poi Silvestri fa l'Elogio al Sud Italia: "Oggi ho provato, in una pausa, a calcolare le mortalità da COVID-19 regione per regione (per 100.000 abitanti): Lombardia 146.1; Valle d’Aosta 111.2; Emilia Romagna 84.9 Liguria 80.2; Piemonte 74.6TN/BZ 67.6; Marche 62.9; Veneto 32.0; Abruzzi 26.2; FVG 25.5; Toscana 24.3; Puglie 10.9; Lazio 9.1; Umbria 7.9; Molise 7.3; Sardegna 7.2; Campania 6.5; Sicilia 5.0; Calabria 4.6; Basilicata 4.5. Voglio soffermarmi per un momento sui livelli molto bassi di mortalità osservati nelle regioni del Sud, dove il tanto temuto tsunami di COVID-19 non è mai arrivato. Come sapete ci sono diverse ipotesi sul perché l’Italia del Sud sia andata così bene, tra cui quella che sia merito esclusivo del lock-down (in realtà su questo ho i miei dubbi, visto che la gran parte dei decessi, nel Nord Italia, sono comunque avvenuti dopo il 10 marzo) e quella dell’effetto benefico del clima più mite. Qui però vorrei solo fare un elogio, anzi, due elogi. Il primo ai tanti medici e infermieri che sono stati bravissimi nel fare tesoro delle esperienze dei loro colleghi al Nord – sono in contatto con colleghi di Catanzaro, Napoli, Pescara, Cagliari, Bari, Catania, Lecce, Avellino, Messina ecc… -, e sono rimasto molto colpito dalla loro competenza e professionalità. Il secondo elogio è per tutti gli abitanti del Sud, che in questo difficile frangente si sono comportati con grande disciplina e responsabilità. L’Italia meridionale in tante situazioni ha fatto e continua a fare fatica, ma nel caso di COVID-19 può davvero andare a testa alta.Massimo Clementi sul Corriere della sera. Ieri bellissima, e rarissima, intervista del grande Massimo Clementi, virologo tanto bravo quanto silenzioso (l’altro giorno mi ha scritto: «Nella vita mi sono spesso pentito di aver parlato, quasi mai di aver taciuto»), che per una volta ha fatto un’eccezione. Ecco due brevi estratti:SARS-CoV-2 è diventato meno aggressivo? «L’espressione clinica dell’infezione adesso è più mite. Nella fase drammatica, al San Raffaele arrivavano 80 persone al giorno, la maggior parte necessitava di ricovero in terapia intensiva. Le cose sono nettamente cambiate, le terapie intensive si stanno man mano liberando, l’infezione non sfocia più nella fase gravissima, la cosiddetta “tempesta citochinica”. Per ora è solo un’osservazione empirica, l’epidemia c’è ancora, ma dal punto di vista clinico si sta svuotando».