Quando quel nome, Josè Mourinho, accostato alla panchina della Roma è stato battuto e lanciato dalle agenzie, l'Italia calcistica si è divisa in almeno tre fazioni: la prima, quella giallorossa, colta alla sprovvista è stata immediatamente sopraffatta da un sentimento di commozione misto all'incredulità; la seconda, quella nerazzurra dell'Inter, ha visto passare davanti ai popri occhi i giorni felici  del triplete, quando allenatore, squadra e tifoseria erano un'unica cosa. Perché Conte avrà pure strappato lo scudetto alla Juve, ma il pedigree rimane bianconero e quella sua antipatia un po' piagnona non ha nulla a che vedere con la geniale irriverenza dello special one. Poi c'è il resto del mondo calcistico italiano che ha immediatamente pensato: è un bollito e con la Roma non combinerà niente di buono. Insomma, l'arrivo di Josè sulla panchina della Roma ha biucato il mainstream informativo, costringendo capiredattori e cronisti sportivi a cambiare in corsa prime pagine e articoli. Perché Mou è lo special one e il calcio italianoda oggi  sarà meno noioso...