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Prosegue incessante esodo dei palestinesi da Gaza
Il generale Effie Defrin, portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), ha accusato Hamas di «sfruttare il proprio popolo» e di «prolungare la guerra a Gaza» sacrificando la popolazione civile. «Hamas ha mostrato al mondo la sua vera strategia: sfruttare i gazawi, aprire il fuoco contro squadre Onu, rubare veicoli e sottrarre aiuti umanitari. Non protegge i civili, li sacrifica», ha dichiarato Defrin in conferenza stampa.
Le operazioni a Gaza City
Secondo l’esercito, oltre 550 mila persone hanno lasciato Gaza City spostandosi verso sud attraverso corridoi umanitari. Le divisioni 162ª, 98ª e 36ª hanno completato l’ingresso nella città avviando operazioni contro le roccaforti di Hamas. Israele afferma di aver consegnato più di 24 mila tende e altri rifornimenti e di aver istituito una zona umanitaria a Khan Yunis con ospedali da campo, acquedotti e impianti di desalinizzazione.
Restano 48 ostaggi nelle mani di Hamas. «La loro prigionia è un capitolo non chiuso di questa guerra e non lo chiuderemo fino al loro ritorno», ha ribadito Defrin.
Lo scontro diplomatico con Londra
Sul fronte diplomatico, Tel Aviv ha reagito duramente al riconoscimento dello Stato palestinese da parte di Regno Unito, Canada e Australia. L’ambasciatore israeliano negli Usa, Yechiel Leiter, ha paragonato la decisione del premier britannico Keir Starmer agli accordi di Monaco: «Ha premiato i nuovi nazisti e riceverà solo vergogna». Anche il portavoce della Farnesina israeliana Oren Marmorstein ha respinto la dichiarazione: «Non promuove la pace ma consolida Hamas, premiando il massacro del 7 ottobre. L’Autorità Palestinese non ha rispettato i suoi obblighi e resta parte del problema, non della soluzione». Per Israele, «i gesti politici rivolti al pubblico interno danneggiano solo il Medio Oriente» e l’unica priorità resta «la pressione su Hamas perché rilasci gli ostaggi e deponga le armi».