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Lo scrittore e regista iraniano Baktash Abtin, critico del regime di Teheran, è morto in carcere dopo aver contratto il Covid-19. Lo hanno annunciato diverse organizzazioni per i diritti umani, mentre sul web la notizia ha generato una valanga di critiche alle autorità iraniane. «Il capo della magistratura iraniana Gholam-Hossein Mohseni Ejei è responsabile della sicurezza dei prigionieri e dovrebbe essere ritenuto responsabile», scrive su twitter l’organizzazione Iran Human Rights. La morte di Abtin, 48 anni, arriva in un giorno delicato: il secondo anniversario dell'abbattimento, da parte di un missile delle Guardie della Rivoluzione, del volo ucraino PS752 sui cieli di Teheran, in cui morirono tutte le 176 persone a bordo. Allora, per tre giorni le autorità negarono ogni coinvolgimento salvo poi attribuire la responsabilità della strage a un errore umano. Abtin era un difensore dei diritti umani, regista e membro dell’Iranian Writers’ Association (IWA), impegnato nella promozione della libertà di parola e contro la censura in Iran. Ha pubblicato numerosi libri di storia, sociologia e critica letteraria. Il 15 maggio 2019 il tribunale rivoluzionario di Teheran lo ha condannato a cinque anni di reclusione con l’accusa di «assemblea illegale e collusione contro la sicurezza nazionale» e un anno per «diffusione di propaganda contro lo stato», in relazione alla sua paternità congiunta di un libro sulla storia dell’IWA, critico nei confronti dei governi iraniani per decenni, e per aver visitato le tombe di poeti e scrittori dissidenti. Aveva iniziato a scontare la pena nel famigerato carcere di Evin, a Teheran, il 26 settembre 2020. L'Associazione degli scrittori iraniani ha confermato la morte di Abtin e la Ong Reporters sans frontières (Rsf) ha denunciato la responsabilità delle autorità iraniane, che nel 2019 avevano condannato a sei anni di detenzione l'intellettuale per "propaganda contro il regime". Nelle scorse settimane, c'era stata una forte mobilitazione per chiedere il rilascio dello scrittore malato, che a inizio settimana era stato ricoverato in un ospedale di Teheran in coma indotto.