Ultime ore concitate anche nel centrodestra per la chiusura delle liste. Silvio Berlusconi con lo stato maggiore azzurro è rimasto ieri riunito per tutto il giorno ad Arcore a limare gli ultimi giochi di incastro sia dentro Forza Italia sia con gli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia. Si conta di trovare la “quadra” definitiva entro oggi. L’ultima scintilla è il caso- Toti. Il governatore ligure, ritenuto da sempre il più filo leghista di Forza Italia, un tempo dai giornali lanciato come possibile nuovo delfino del Cav, non nasconde con una serie di dichiarazioni la sua forte irritazione per lo scarso riconoscimento che nelle liste sarebbe venuto alla Liguria, Regione «dove abbiamo vinto tutto» e quindi «decisiva per la coalizione». Lo segue a ruota il segretario ligure del Carroccio Edoardo Rixi che sponsorizza Salvini come futuro premier, perché «Berlusconi è inaffidabile». La sostanza del contenzioso starebbe nel fatto che nelle liste almeno fino a ieri sera non erano entrati nomi liguri sponsorizzati da Toti come, secondo indiscrezioni, quello della giornalista suo assessore in giunta Ilaria Cavo. E invece, sempre secondo gossip, in Liguria ci potrebbero essere altre candidature di peso “paracadutate”.

Tra queste il toto- nomi ieri sera metteva anche l’ex direttore di Panorama Giorgio Mulè, nome di peso del mondo berlusconiano, la cui discesa in campo al Senato sembra ormai certa. Tant’è che invece altri lo danno da giorni in corsa in Lombardia. Ma il punto non sembra quello dei nomi, piuttosto quello del malumore del governatore, ex direttore Mediaset, un tempo molto sponsorizzato da Confalonieri, che ha visto via via perdere peso, anche per le accuse venutegli dall’interno di un “eccesso di filoleghismo” fino a non far parte del tavolo di trattativa sulle candidature. Lui stesso ammette di fatto che i suoi rapporti con Berlusconi si sono allentati, quando dichiara che al telefono non ha parlato con il Cav, ma con i capigruppo Brunetta e Romani riuniti ad Arcore. Toti, peraltro all’indomani della scelta di Stefano Parisi come candidato alla guida della Pisana, attacca dicendo che «nel Lazio c’è un problema di classe dirigente». E ricorda la sconfitta di Roma. Evidentemente il governatore, che comunque un suo peso ad Arcore continua ad averlo, sta alzando il prezzo per veder nelle liste almeno alcuni rappresentanti della sua Regione.

Nel Lazio intanto dopo la scelta di Parisi, si sarebbe già completata la parte delle candidature alle elezioni politiche. Certe ormai le candidature di Maurizio Gasparri al Senato, ma anche quelle della ex governatrice del Lazio Renata Polverini e della responsabile dei giovani azzurri Annagrazia Calabria. Per quanto riguarda la Regione sarebbe in atto un intenso lavorio per convincere Francesco Storace e Gianni Alemanno a non appoggiare più Sergio Pirozzi, la cui autocandidatura fino a ieri sera era ancora in campo. Anche se la candidata dei Cinque Stelle Roberta Lombardi smentisce di avere accordi con Pirozzi con il quale dice di convergere solo su un punto e cioè sul fatto che nel Lazio ci sarebbe «un inciucio Renzi- Berlusconi».

Ma intanto Parisi sta tirando dritto nella sua nuova difficile avventura, per la quale ha precisato di non volere paracadute con una candidatura in parlamento. Nei tre collegi uninominali assegnatigli dal centrodestra correranno i suoi di Energie per l’Italia. I collegi saranno tre e situati in una buona fascia. EpI, il movimento dell’ex manager, correrà alle regionali anche in Lombardia. Intanto, Matteo Salvini, dopo che Berlusconi l’altro ieri ha rilanciato, e stavolta con più determinazione, Antonio Tajani come possibile candidato premier, ribadisce che il premier «non lo decide Berlusconi, ma lo decidono gli italiani». E si smarca anche dalle parole del capo dello Stato Sergio Mattarella che ha parlato di impossibilità di riconoscere al fascismo «cose buone». Il leader leghista ribatte: «Mi sembra negare l’evidenza che le paludi siano state bonificate». Uscita fuori dal coro mentre un nuovo sondaggio di Euromedia di Alessandra Ghisleri, presentato l’altra sera Porta a Porta, registra uno stacco addirittura di quasi cinque punti tra Fi data al 18,4 e Lega al 13,6. Con tutto il centrodestra al 39,1. Esulta Renato Brunetta: «Il centrodestra unito continua a crescere e Forza Italia si conferma il traino della coalizione». Infine sembra sciolto il nodo della candidatura di Umberto Bossi che la Lega dovrebbe far correre al Senato, dove si presenterà anche Salvini che ormai appare destinato a convivere con il Senatùr.