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detenute bambini carcere
Sono 2.314 le donne detenute negli istituti di pena italiani al 30 giugno 2022, pari al 4.2% del totale della popolazione detenuta. Una percentuale stabile nel tempo, di poco inferiori al valore mediano dei paesi del Consiglio d’Europa, che secondo gli ultimi dati disponibili relativi al 31 gennaio 2021 si attesta sul 4,7%. A tracciare un quadro della popolazione femminile detenuta è il Rapporto di metà anno di Antigone sulle condizioni di detenzione in Italia “La Calda estate delle carceri”.
Secondo Antigone, il numero più alto di donne detenute si trova nel Lazio (405), vista la presenza a Roma del carcere femminile più grande d’Europa. Seguono la Lombardia (370) e la Campania (324). In risalita il numero dei bambini ospitati in carcere con le loro madri. Se all’inizio dell’anno, nel gennaio 2022, vi erano 15 madri detenute con 16 bambini, al 30 giugno 2022 erano presenti 24 donne con 25 figli al seguito. La maggior parte di queste (17 su 24) era straniera.
Al 30 giugno 2022, inoltre, le donne straniere detenute erano 710, cioè il 30,7% delle donne detenute e il 4,1% delle persone detenute straniere. Le donne straniere provengono principalmente dalla Romania ( 24,2%) e dalla Nigeria ( 16,8%), seguite a grande distanza da Bosnia ed Erzegovina ( 6,2%). L’accesso alla detenzione domiciliare per l’ultimo periodo di pena previsto dalla legge 199 del 2010 è percentualmente maggiore per le donne che per gli uomini. Dal momento della sua entrata in vigore, hanno usufruito di questa misura 2.310 detenute donne, pari al 7,3% del totale dei detenuti usciti dal carcere grazie a essa.
Numeri non paragonabili a quelli del pianeta carcere in generale, ma tuttavia non senza problemi per quanto riguarda i diritti. «Negli ultimi 12 mesi l’Osservatorio di Antigone ha visitato 84 istituti e in 23 di questi erano presenti donne - si legge nel rapporto -. Nel 30,4% delle celle ospitanti donne non c’era il bidet, nonostante sia previsto dal regolamento penitenziario già dal 2000. Nel 17,4% degli istituti visitati ospitanti donne non era garantito un servizio di ginecologia e nel 30,4% mancava un servizio di ostetricia. Non ovunque, nelle carceri ospitanti bambini, era presente un pediatra, così come volontari che si occupavano di accompagnare all’esterno i bambini che dormivano in istituto. Forti tassi di autolesionismo hanno riguardato le sezioni femminili degli istituti di Bologna e Palermo “Pagliarelli”, con 3,6 atti di autolesionismo in un anno ogni 10 detenute».