L’Ordine degli avvocati di Gorizia conta 260 iscritti (116 donne e 144 uomini), mentre i praticanti sono 26, di cui 19 semplici e 7 ammessi al patrocinio sostitutivo. Secondo il presidente del Coa, Piero Macoratti, occorre fare i conti con nuove esigenze e l’avvocatura deve avere capacità di adattamento. «Svolgere la professione dell’avvocato - dice - certamente può considerarsi più difficile oggi rispetto ad un tempo, considerato che da un lato aprire uno studio richiede un investimento economico iniziale non alla portata di tutti ed una serie di adempimenti il più delle volte scoraggiante non solo per i più giovani, e dall’altro il ritorno economico è certamente più esiguo rispetto al passato per le note difficoltà economiche che hanno investito tutte le professioni ed i settori produttivi. Negli ultimi anni si è avuta una progressiva diminuzione del numero dei praticanti, conseguente anche al diffondersi di un sentimento di sfiducia nelle prospettive future delle professioni e alla previsione di tempi lunghi prima che un giovane avvocato sia in grado di dotarsi di autonomia economica».

Alle mutate esigenze corrisponde, comunque, una nuova generazione di legali attenta a cogliere i segnali di cambiamento con una regola aurea: fare squadra. «Sono fiducioso – commenta il presidente Macoratti - nel fatto che i giovani avvocati sapranno raccogliere il testimone da chi li ha preceduti e grazie anche alla maggiore propensione ad utilizzare le nuove tecnologie sapranno adattarsi al cambiamento in corso, riuscendo a far fronte ai maggiori costi di gestione dello studio, aggregandosi e condividendo spazi e risorse».

«Fondamentale risulterà la collaborazione e la condivisione di obiettivi tra Ordini, sempre nell’ottica di unire le forze, condividere le esperienze e le risorse, al fine di fornire agli iscritti quel supporto utile e necessario ad una formazione di alto livello, oggi elemento imprescindibile per risultare competitivi, che dovrà coprire sia la formazione per i giovani praticati, ma anche l’aggiornamento professionale. Tale obiettivo è stato perseguito e attuato nel nostro distretto tra gli Ordini di Trieste, Udine Pordenone e Gorizia, grazie all’iniziativa e alla determinazione dei loro presidenti, che, intuendo l’importanza di unire le forze e condividere le peculiarità e le esperienze maturate da ogni singolo Ordine, hanno avviato un percorso sinergico volto a fornire un valido supporto agli iscritti».

Le cancellazioni dall’albo dal 2020 ad oggi sono state quindici. «Tra i colleghi che risultano vincitori di concorso nella Pubblica amministrazione – aggiunge Macoratti - risultano due nell’anno 2021 e uno nell’anno 2022. Sulla previsione relativa al numero di toghe per il futuro, credo di poter dire che chi oggi sceglie di intraprendere questa carriera professionale lo fa dopo attenta ponderazione e perché determinato a divenire avvocato, considerato il sacrificio in termini economici che comporta l’apertura di uno studio ed i tempi non certo brevi necessari al raggiungimento di un’autonomia economica».

Il presidente del Coa di Gorizia scatta una fotografia molto realistica sulle condizioni del suo Foro. «Certamente – evidenzia - l’uscita dal periodo emergenziale e le risorse del Pnrr potrebbero portare dei benefici per l’avvocatura. Se le restrizioni imposte durante il periodo emergenziale, non vengono meno a causa non più della pandemia, ma della gravissima situazione di carenza dell’organico degli Uffici Giudiziari, come purtroppo avviene sia presso la Procura della Repubblica che presso il Tribunale di Gorizia, anche per gli avvocati lavorare diventa ben difficile. In un’epoca di cambiamenti e di crisi economica generalizzata, aggravata dalle pesanti restrizioni patite durante la fase di emergenza sanitaria da poco conclusasi, l’avvocatura goriziana ed isontina ha conosciuto momenti di grandissima difficoltà, con riflessi pesantemente negativi anche dal punto di vista economico. Superata la fase pandemica, vi era la speranza di poter ripartire a pieno regime, ma lo spopolamento degli Uffici di Procura e Tribunale a seguito del pensionamento di parte del già esiguo personale, senza che vi sia stata assegnazione dei posti vacanti a nuovi assunti, ha portato ad una situazione prossima alla paralisi degli Uffici stessi».

La carenza di risorse umane è un ostacolo di non poco conto. «Va riconosciuto – conclude il presidente Macoratti - lo sforzo encomiabile dei dipendenti delle cancellerie, che, pur sotto organico, fanno tutto quanto in loro potere per venire incontro alle esigenze dell’utenza. I momenti di difficoltà sussistono e non sono di poco conto. Se un avvocato non riesce a consultare agevolmente il fascicolo del processo, perché l’accesso alle cancellerie è limitato a poche ore al giorno e a giorni alterni, con liste di prenotazione che in taluni casi arrivano a ben tre- quattro settimane, l’esercizio della professione non può che risultare difficile e disagevole».