Civili giustiziati per le strade, esecuzioni sommarie e arbitrarie, cadaveri con le mani legate dietro la schiena, fosse comuni: il ritiro delle truppe russe, arrivate dal confine bielorusso fino a Kiev, ha lasciato dietro di sé una scia di devastazione e morte, documentata dai giornalisti giunti sul posto. La comunità internazionale ha condannato all’unanimità gli abusi commessi a Bucha, epicentro di una delle battaglie più feroci dell’offensiva di Mosca. Zelensky parla di «genocidio», anche se la Russia nega ogni responsabilità e liquida le denunce come "fake news". L’ufficio della procura generale ucraina che indaga sui possibili crimini di guerra commessi dalla Russia ha fatto sapere che sono stati trovati finora 410 cadaveri nelle città alla periferia settentrionale di Kiev. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha chiesto alla Corte penale internazionale di inviare una missione investigativa per documentare e perseguire le atrocità commesse. Dopo che il sindaco di Bucha aveva reso noto ieri che, dopo il ritiro delle truppe russe il 31 marzo, le autorità locali avevano seppellito circa 280 corpi in una fossa comune, Kiev ha denunciato oggi il ritrovamento di altri 57 cadaveri in un’altra fossa comune. Intanto prosegue, piuttosto rapidamente, la ritirata delle truppe russe dalla regione della capitale ucraina Kiev e si succedono gli attacchi a Odessa, che è stata bersaglio di missili diretti su depositi di carburante della città portuale. Secondo Kiev, l’esercito russo ha distrutto nelle ultime 24 ore due raffinerie di petrolio ucraine, quella di Kremenchuk, nel centro e la più grande del Paese, e quella di Odessa, porto strategico della città nel sud che finora non era stata colpita da massicci attacchi. Testimoni citati dalla Reuters hanno riferito di due esplosioni nella città russa di Belgorod, vicino al confine con l’Ucraina. Pochi giorni fa Mosca ha accusato Kiev di aver colpito nella città a poche decine di chilometri dal confine ucraino un deposito di carburante. Il ripiegamento russo secondo il ministero della Difesa ucraino ha completamente liberato i centri di Irpin, Bucha e Hostomel, come il resto della regione. Il procuratore generale ucraino ha affermato che dall’inizio della guerra 158 bambini sarebbero rimasti uccisi e circa 258 feriti dalle forze russe. Kiev ha accusato i russi di aver arrestato 11 leader di comunità locali nelle regioni di Kiev, Cherson, Kharkiv, Zaporizhzhia, Mykolaiv e Donetsk, e di aver piazzato mine e altre trappole esplosive mentre si ritirano dall’Ucraina settentrionale.

Le reazioni internazionali

La reazione al massacro di Bucha non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba su Twitter ha scritto: «Dimostra che l'odio dei russi contro gli ucraini va oltre qualsiasi cosa l'Europa abbia visto dalla seconda guerra mondiale. La sola maniera di fermarlo è questa: aiutare l'Ucraina a liberarsi della Russia il prima possibile. I partner conoscono i nostri bisogni, carri armati, aerei da combattimento, sistemi di difesa antiaerea». Le violenze imputate alle forze russe a Bucha, nella regione di Kiev, «sono un pugno nello stomaco» ha affermato il segretario di Stato Usa Antony Blinken su Cnn. «È la realtà di ogni giorno - ha detto Blinken, fino a quando proseguirà la brutalità della Russia contro l’Ucraina». Gli Stati Uniti, ha aggiunto, continueranno a «documentare» eventuali «crimini di guerra di cui i responsabili dovranno rendere conto». Per il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg «si tratta di una brutalità contro civili che non vedeva in Europa da decenni». La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, su Twitter si è detta: «inorridita dalle notizie di orrori indicibili nelle aree da cui la Russia si sta ritirando. Urge un’indagine indipendente. Gli autori di crimini di guerra saranno ritenuti responsabili». «Sono scioccato dalle immagini inquietanti delle atrocità commesse dall’esercito russo nella regione liberata di Kiev», ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, usando l’hashtag "Massacro di Bucha". Anche il presidente francese Emmanuel Macron affida a Twitter il suo pensireo: «Le immagini che ci giungono da Bucha, una città liberata vicino a Kiev, sono insopportabili. Per le strade, centinaia di civili assassinati vigliaccamente. La mia compassione per le vittime, la mia solidarietà agli ucraini. Le autorità russe dovranno rispondere di questi crimini», ha affermato. I  media tedeschi riferiscono che il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha chiesto chiarimenti sui «crimini dell’esercito russo», dopo le «spaventose» immagini del massacro di civili a Bucha.  Lapidario il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni: «Strazio per le vittime. Vergogna e disonore per i responsabili». Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato: «Le immagini dei crimini commessi a Bucha e nelle altre aree liberate dall’esercito ucraino lasciano attoniti. La crudeltà dei massacri di civili inermi è spaventosa e insopportabile. Le autorità russe devono cessare subito le ostilità, interrompere le violenze contro i civili, e dovranno rendere conto di quanto accaduto. L’Italia condanna con assoluta fermezza questi orrori, e esprime piena vicinanza e solidarietà all’Ucraina e ai suoi cittadini». Il nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio sempre su Twitter ha scritto: “Da Bucha immagini agghiaccianti. Corpi di civili ucraini a terra, uccisi, con le mani legate. Crudeltà, morte, orrore. Accertare il prima possibile l’esistenza di crimini di guerra. Queste atrocità non possono restare impunite. Con il popolo ucraino, la guerra russa va fermata”. «Noi stiamo col popolo. Noi stiamo contro la barbarie della guerra di Putin. Quante Bucha devono esserci prima di passare a un embargo completo su petrolio e gas dalla Russia? Il tempo è finito». », ha scritto sui social il segretario del Pd, Enrico Letta. E il leader del Movimento 5Stelle Giuseppe Conte ha aggiunto: «L’orrore delle immagini che giungono da Bucha ricorda i tempi più cupi della nostra storia. Non dobbiamo rassegnarci all’ineluttabilità della guerra, non possiamo accettare questa carneficina. Non dobbiamo tacere difronte a queste violenze». Per Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie le immagini che arrivano da Bucha «sono un pugno nello stomaco. I corpi dei civili abbandonati per le strade, le loro mani legate, la loro assurda uccisione. Occorre accertare e punire i crimini di guerra dei soldati russi». E il suo collega di partito Renato Brunetta, ministro perla Pubblica amministrazione aggiunge: «Intollerabili le atrocità a Bucha e nelle altre aree da cui la Russia si sta ritirando. Bene von der Leyen: serve un’inchiesta indipendente, i crimini di guerra non devono restare impuniti. Siamo con il popolo ucraino, contro l’orrore». Per Carlo Calenda, leader di Azione,  le sanzioni «vanno incrementate. Dobbiamo però avere chiaro che il primo obiettivo deve rimanere quello di evitare un’escalation. Dobbiamo aumentare la pressione sulla Russia, non far scoppiare un conflitto mondiale». La responsabile Esteri del Pd, Lia Quartapelle ribadisce che «l’orrore va fermato, continuando a sostenere la resistenza ucraina». Per il vicesegretario Piero De Luca «l’Europa e l’intera comunità internazionale devono fare il massimo per porre fine a questo conflitto drammatico». Per il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra «Massacrare i civili, uomini, donne e bambini per strada come ha fatto l’esercito russo a Bucha è un atto criminale che ricorda gli orrori dell’ultima guerra. La Ue deve sostenere il popolo ucraino senza se e senza ma, intensificando le sanzioni e gli sforzi per far cessare questa strage». «Questo orrore va fermato! Le atrocità di Bucha umiliano l’umanità e resteranno sempre come simbolo della vergogna di cui si è macchiato Putin. L’occidente vuole continuare a voltarsi da un’altra parte? Facciamo ancora finta di niente? Vogliamo trovare alibi e nuove giustificazioni? Quei morti ucraini ci chiamano a un sussulto di dignità!», ha scritto su Instagram Pier Ferdinando Casini. Sull'orrore di Bucha è intervenuta la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: «Lasciano senza fiato le immagini dei civili giustiziati per le strade e delle fosse comuni, che arrivano da Bucha dopo il ritiro delle truppe di invasione di Putin. Una barbarie che riemerge dalle epoche più buie della storia europea e che speravamo di non rivedere mai più. Va fatto ogni sforzo per la pace e per fermare l’aggressione all’Ucraina».