Il Qatar avrebbe pagato lo scorso anno un riscatto da un miliardo di dollari a una formazione paramilitare sciita vicina all'Iran per il rilascio di alcuni membri della famiglia reale rapiti in Iraq e ad Al Qaida per la liberazione di una cinquantina di miliziani qatarioti catturati in Siria. La notizia, riportata dai media britannici che citano fonti qualificate, potrebbe essere alla base della decisione di Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi, Egitto, Maldive e Yemen di interrompere negli ultimi tempi i rapporti diplomatici con Doha. Secondo le testimonianze raccolte dal Financial Times, l'emirato avrebbe pagato il maxi riscatto in almeno due interventi che hanno assicurato il rilascio di 26 membri della famiglia reale rapiti nel sud dell'Iraq per mano degli sciiti di Kata'eb Hizbollah - vicini all'Iran - e di altri 50 soldati catturati da una formazione jihadista affiliata ad Al Qaida in Siria. L'operazione avrebbe ulteriormente alimentato i dissapori fra Doha e gli altri Stati del Golfo, Arabia Saudita in testa.Il Qatar, come si ricorderà, è accusato di essere il principale sostenitore dell'organizzazione transnazionale della Fratellanza Musulmana. Unaccusa respinta da Doha che ha sempre negato di sostenere formazioni terroristiche e jihadiste in Medio Oriente. Somme consistenti, secondo le ricostruzioni giornalistiche, sarebbero quindi state versate a Kata'eb Hizbollah, una formazione paramilitare sciita che opera principalmente in Iraq, affiliata a Hezbollah e alla Repubblica Islamica dell'Iran, e ai terroristi salafiti di Hayat Tahrir al-Sham (ex Al Nusra), l'ultima incarnazione di Al Qaida in Siria.Secondo alcuni esponenti dell'opposizione siriana a stretto contatto con la formazione islamista, il Qatar avrebbe usato il pretesto degli ostaggi per finanziare direttamente i salafiti di Tahrir al-Sham. Il ministro degli Esteri del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha chiesto al suo omologo del Kuwait di mediare nella crisi tra le monarchie del Golfo.Secondo Doha, infatti, il Kuwait ha la capacità di proseguire le proprie relazioni e comunicare con le parti per cercare di contenere la crisi. Il ministro ha anche sottolineato che l'isolamento ha avuto un impatto senza precedenti sui cittadini dellemirato. Ha poi aggiunto che il Qatar non prenderà contromisure e che queste divergenze tra Stati fratelli devono essere risolte attraverso il dialogo. Secondo il portavoce del ministro degli Esteri iraniano Bahram Qassemi, la soluzione a queste visioni diverse, tra cui la disputa in corsa tra il Qatar e gli altri Stati confinanti, è possibile solamente attraverso metodi pacifici e un dialogo trasparente e onesto tra le parti.