«Il distacco del seracco di ieri è figlio di alcune concause. Per via dei cambiamenti climatici, i ghiacciai non sono più in equilibrio specialmente sotto i 3.500 metri perché si è creato un clima diverso da 30 anni fa che non sostiene più la loro esistenza». A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è Renato Colucci, docente di glaciologia a Trieste e ricercatore dell’Istituto di scienze polari del Cnr. «A influire, più del record di un giorno, (domenica 3 luglio 2022 sulla Marmolada la temperatura era di 10 gradi, ndr) sono le temperature anomale che si hanno da maggio in quota. A seconda dei posti sono state anche di 10 gradi sopra la media. Poi lo scorso inverno è fioccato poco ed è venuta meno la protezione che la neve fornisce d’estate ai ghiacciai. A questo scenario si è aggiunta l’ondata di calore dall’Africa: ha prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale che scorreva fra la base e quella parte di ghiacciaio. Purtroppo, accadrà ancora a causa del caldo». Il ghiacciaio della Marmolada, conclude il glaciologo, oggi sta «molto male e starà sempre peggio. In una ricerca con il Cnr evidenziammo che, dal 2004 al 2015, il suo volume si fosse ridotto del 30% e la diminuzione areale fosse stata del 22%. Ipotizzammo che sarebbe scomparso entro il 2050. Negli ultimi sette anni, c’è stata un’accelerazione dei cambiamenti climatici e questo ghiacciaio potrebbe scomparire entro il 2042».