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Da domani, martedì 6 aprile, termina la zona rossa entrata in vigore in tutta Italia per le festività pasquali. Le singole Regioni saranno sottoposte, quindi, alle restrizioni previste in base al colore assegnato dalla cabina di regia, ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità, secondo l’andamento dell’epidemia a livello regionale. In particolare l’ultimo monitoraggio dello scorso venerdì ha stabilito che rimarranno in zona rossa 9 regioni (Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Campania, Calabria e Puglia), mentre in "zona arancione" torneranno Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, Trentino Alto Adige, Veneto e le Province autonome di Bolzano e Trento. Il decreto del 12 marzo scorso ha stabilito, infatti, che dal 6 al 30 aprile 2021 "in tutte le zone gialle si applicano le disposizioni previste per le zone arancioni". È prevista anche l’estensione delle misure della zona rossa in caso di incidenza di contagi, superiori a 250 casi ogni 100mila abitanti e nelle aree con una consistenza di circolazione delle varianti. Le regole della zona arancione prevedono la possibilità di spostarsi all’interno del proprio comune tra le 5 e le 22 mentre gli spostamenti verso altri comuni e verso altre Regioni, sono consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Da mercoledì 7 aprile, e per tutto il mese, riprendono anche le lezioni in presenza in tutta in Italia. Scuole aperte fino alla prima media anche in zona rossa, fino alla terza media in zona arancione. In base al decreto del governo del 1 aprile, i governatori non non potranno decidere autonomamente sulle riaperture, anche se sono previste deroghe come nel caso della Puglia dove il presidente Michele Emiliano ha aperto alla possibilità della didattica digitale con un'ordinanza. Dal 7 aprile e fino al 30 aprile l’attività didattica nelle scuole di ogni ordine e grado pugliesi, infatti, si svolgerà «in applicazione dell’articolo 2 del decreto legge 1 aprile 2021 n.44». Applicando la possibilità di deroga, prevista nella seconda parte del comma 1 dell’articolo 2 del Dl n.44 (1/04/2), «le istituzioni scolastiche della scuola primaria, della secondaria di primo grado, di secondo grado e Cpia devono garantire la didattica digitale integrata a tutti gli alunni le cui famiglie richiedano espressamente di adottarla, in luogo dell’attività in presenza. Tale scelta è esercitata una sola volta e per l’intero periodo di vigenza delle presenti disposizioni. Eventuali successive istanze modificative della scelta già effettuata sono rimesse alla motivata valutazione del Dirigente scolastico». Gli istituti pugliesi dovranno trovare, nell’ambito della propria autonomia organizzativa, «ogni modalità utile a consentire l’attivazione della didattica digitale integrata, agli studenti le cui famiglie ne facciano richiesta», si legge nell'ordinanza. Riaperture: pressing delle Regioni per il 20 aprile Nel governo c’è la consapevolezza che venerdì ci sia stato un rallentamento nella distribuzione dei vaccini ma in questi giorni ci sono state delle interlocuzioni con le Regioni e ora c’è la convinzione di poter rispettare le scadenze del piano vaccinale, anche grazie alla piattaforma messa a disposizione per le prenotazioni e alle modalità concordate. «È il vaccino il passaporto per le riaperture», spiega una fonte dell’esecutivo. Passate le festività pasquali le forze politiche che spingono per una ripartenza torneranno all’attacco. In primis Salvini che ha intenzione di incontrare in settimana il presidente del Consiglio Draghi per concordare una programmazione delle riaperture. E così i presidenti di Regioni che giovedì chiederanno all’esecutivo di valutare il quadro e di approntare, se dovessero calare i contagi, un calendario per ridare fiato alle attività danneggiate anche dall’ultimo lockdown di Pasqua. Si punta al 20 aprile per un cambio di passo. La settimana prossima è prevista una nuova cabina di regia per esaminare la possibilità - contenuta già nel Dl - di varare una delibera in Cdm per una possibile svolta, anche se l’ala rigorista continua a sottolineare la necessità di non abbassare la guardia. Del resto il premier mira proprio all’accelerazione del piano dei vaccini per considerare le prossime mosse e anche in conferenza stampa ha ancorato ogni discussione su questo punto ai dati scientifici. Il partito di via Bellerio è in pressing ma anche Italia viva e Forza Italia chiedono un tagliando in tempi brevi. Il partito azzurro ha individuato la settimana utile - quella tra il 12 e il 19 aprile - per monitorare la situazione, affinché si possa arrivare in primis all’addio della Dad per le scuole superiori e poi ad alzare le saracinesche di bar e ristoranti. La priorità dei governatori è quella di avere più dosi di vaccino. Nei giorni scorsi alcuni governatori, tra questi De Luca in Campania, si sono lamentati per i criteri di distribuzione. Ma il Commissario all’emergenza Figliuolo ha chiarito che si recupererà il tempo perduto. L’obiettivo resta quello di arrivare a 500 mila somministrazioni al giorno e vaccinare l’80% della popolazione entro il 30 settembre. «Le differenze nelle vaccinazioni, fra le diverse regioni, così come sulla fascia 70-79 anni, saranno colmate in 2-3 settimane», ha spiegato il sottosegretario alla Salute, Sileri. «Produciamo i vaccini in Italia sfruttando le licenze. La Francia ha già cominciato la produzione nazionale in subappalto», taglia corto Tajani. «Abbiamo ricevuto - ha spiegato il sottosegretario alla Difesa, Mulè - 2,8 milioni di dosi nel weekend di Pasqua e grazie al Comando Operativo di Vertice Interforze della Difesa sono state distribuite nell’arco di 12 ore a tutte le Regioni. Il cambio di passo nell’approvvigionamento dei vaccini è già reale: nel prossimo trimestre con l’arrivo anche di Johnson & Johnson ci sarà quell’accelerata richiesta e obbligata per arrivare a tagliare il traguardo delle 500.000 vaccinazioni al giorno». «Siamo pronti ad aumentare la campagna», ha chiarito il presidente della Liguria, Toti. Intanto un’ordinanza del ministro della Salute, Speranza, ha prorogato fino al 30 aprile la quarantena di 5 giorni per chi torna dai Paesi della Ue e da domani torna il criterio delle zonizzazioni, anche se non è previsto alcuna fascia gialla: in arancione Veneto, Marche e Provincia di Trento che si andranno a sommare a Sicilia, Sardegna, Basilicata, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria, Liguria, Veneto e Provincia autonome di Bolzano. In rosso, invece, Valle d’Aosta, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana. Si attende inoltre l’arrivo del dl sostegni al Senato e la presentazione del Def con il contestuale nuovo scostamento di bilancio. FI chiede almeno 20 miliardi ma il governo dovrebbe arrivare a 30.