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Dopo la nuova bufera che ha travolto il vaccino AstraZeneca nelle ultime ore, arriva l'atteso parere del Cts: il siero anglosvedese è «fortemente raccomandato» per gli over 60 e chi ha meno di sessant’anni e ha già fatto una dose del siero a vettore virale procederà con la seconda con Pfizer o Moderna. Il governo «tradurrà in modo perentorio e non solo come raccomandazioni» le indicazioni del Cts sull’utilizzo del vaccino AstraZeneca, ha quindi annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante la conferenza stampa sulla campagna vaccinale e l’andamento epidemiologico. «Abbiamo ritenuto opportuno rivalutare le indicazioni sull’uso del vaccino di AstraZeneca. Il Cts, essendo cambiato lo scenario epidemiologico, ha chiaramente raccomandato di riservarlo a coloro che abbiamo 60 anni o più», ha spiegato il portavoce del Cts, Franco Locatelli, in conferenza stampa. «Per la seconda dose dei soggetti che hanno già ricevuto un vaccino AstraZeneca - ha aggiunto - considerata la disponibilità di piattaforme vaccinali alternative e rispettando il principio di massima cautela rispetto alla salute degli italiani, si è deciso di raccomandare la seconda dose solo per i soggetti oltre 60 annidi età. Per tutti gli altri, pur in assenza di segnali di allerta, raccomandiamo l’ipotesi di vaccini di altro tipo». L'allarme è partito dopo la morte di Camilla Canepa, la 18enne ligure colpita da trombosi in seguito alla somministrazione di una dose AstraZeneca. In base a quanto starebbe emergendo dall’analisi dei documenti clinici acquisiti questa mattina dai Nas di Genova, la ragazza sarebbe stata affetta da una carenza cronica delle piastrine e da problemi ormonali. In particolare la patologia riscontrata sarebbe la "Plastrinopenia autoimmune familiare". La procura, che ha avviato un’inchiesta, dovrà ora accertare se tutto questo fosse stato segnalato al momento della vaccinazione cui la giovane si era sottoposto il 25 maggio scorso all’open day a Chiavari. «L’Ema ha raccomandato che l’uso di Astrazeneca durante le campagna di vaccinazione a livello nazionale tenesse conto della situazione pandemica e della disponibilità dei vaccini nelle singole nazioni. Il 7 aprile 2021 il ministero della Salute, mediante una circolare oggi vigente, ha raccomandato un uso preferenziale di questo vaccino nelle persone di età superiore a 60 anni sulla base delle attuali evidenze e tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte dell’elevata mortalità di Covid-19 nelle fasce di età più avanzate», ha spiegato ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante il Question time al Senato rispondendo all’interrogazione sulla realizzazione di Open-day per la somministrazione del vaccino Astrazeneca dedicati ai soggetti giovani. «A fine aprile – ricorda – l’Ema ha concluso una ulteriore valutazione analizzando i benefici e rischi del vaccino nelle diverse fasce di età e in diversi scenari epidemiologici. L’esito ha dimostrato che i benefici della vaccinazione aumentano con l’aumento dell’età e del livello di circolazione del virus. Tali dati sono stati valutati dall’Aifa ed è stato ribadito che il profilo beneficio-rischio risulta progressivamente più favorevole all’aumentare dell’età. L’effetto è tanto più marcato in una condizione di diminuita incidenza dell’infezione. L’Italia nelle ultime settimane è passata ora a un livello di circolazione basso. Queste valutazioni saranno sicuramente considerate nel prossimo parere del Cts».