Benedetto XIV «è stato decisivo per due ragioni: anzitutto la testimonianza di umiltà di questo cattolico bavarese che, il giorno della sua elezione, si definì “umile servitore della vigna”. In secondo luogo sviluppò un magistero in continuità con la sua teologia sempre radicato nella Sacra Scrittura e nella storia. È questo metodo che, spero, continuerà ad essere usato per affrontare i problemi che la Chiesa ha oggi, in vista di un accurato discernimento, cioè di un giudizio che arrivi fino a delle scelte». Lo dice in una intervista a Repubblica il cardinale Angelo Scola.

«Il diavolo ci tenta sempre: è la sua natura. Benedetto XVI ne ha sofferto, ma ha resistito bene», afferma. Parlando delle dimissioni di Ratzinger, nel febbraio 2013, il cardinale Scola evidenzia: «Fui molto sorpreso. La notizia mi raggiunse all’inizio della celebrazione della messa per i malati il giorno della Madonna di Lourdes. Devo aggiungere però che, soprattutto col passare del tempo, non considero la rinuncia di papa Benedetto un passo indietro. Darà alla Chiesa maggior libertà e darà ai collaboratori del Papa maggior consapevolezza della necessità di seguirlo e di coadiuvarlo».