Un tribunale brasiliano ha ordinato la sospensione dell’app di messaggistica Telegram per non aver consegnato alle autorità i dati richiesti sui gruppi neonazisti che operano sulla piattaforma.

«Telegram, riceverà una multa di un milione di reais al giorno (198.000 dollari) e la sospensione temporanea delle attività», sono le parole pronunciate dal ministro brasiliano della Giustizia e della Sicurezza, Flàvio Dino, in un video diffuso alla stampa. «Ci sono gruppi che si chiamano “Frente Antisemita” e “Movimiento Antisemita” che agiscono in queste reti, e sappiamo che il loro operare è alla base delle violenze nei confronti dei nostri bambini e adolescenti», ha aggiunto Dino, riferendosi agli attacchi nelle scuole brasiliane degli ultimi mesi. Secondo un documento della Giustizia federale di Espirito Santo (sud-est del Brasile), la Polizia federale e l’ufficio del procuratore avevano chiesto a Telegram i dati personali di tutti i membri dei due canali incriminati. L’azienda ha soddisfatto «parzialmente» la richiesta delle autorità, fornendo solo i dettagli dell’amministratore di uno dei due gruppi, secondo il documento del tribunale. C’è una «chiara intenzione da parte di Telegram di non collaborare con le indagini in corso», si legge ancora nelle carte pubblicate dalla magistratura verdeoro.

L’agenzia AFP ha chiesto un commento all’azienda che controlla il social network attraverso i canali disponibili sul suo sito web, ma non ha ricevuto risposta. L’applicazione era ancora in funzione nella prima serata di mercoledì, mentre alcuni utenti della rete discutevano, su altri canali pubblici, di possibili modi per aggirare il blocco. In seguito a diversi episodi di violenza all’interno di strutture scolastiche nelle ultime settimane, il governo del presidente Luiz Inàcio Lula da Silva aveva già annunciato misure per obbligare i social media a vietare contenuti e profili che propagandino o sostengano attacchi di questo tipo. Oltre a ciò ha ulteriormente intensificato la campagna per una nuova legge che regoli l’attività delle piattaforme, attualmente in discussione al Congresso.

Telegram era già stato oggetto di un ordine di sospensione in Brasile, nel marzo del 2022, quando un giudice della Corte suprema ne aveva decretato il blocco in quanto l’azienda non aveva ripetutamente rispettato gli ordini del tribunale per combattere le iniziative fuorilegge organizzate all’interno dei propri canali.