Mykhailo Podolyak, il consigliere del capo dell'Ufficio del Presidente dell'Ucraina, ha affermato con un tweet che «il mandato internazionale deve essere rispettato. È simbolico – ha detto – che la Germania sia stata la prima a chiarire che se “l’indiziato Putin” dovesse apparire nella loro giurisdizione sarà arrestato immediatamente».

Il ministro della Giustizia tedesco, Marco Buschmann, in un'intervista all'edizione domenica del quotidiano "Bild" ha infatti detto che la Germania sarebbe obbligata a disporre l'immediato arresto di Vladimir Putin qualora il presidente russo dovesse entrare nel territorio tedesco. «Mi aspetto che la Corte penale internazionale invii rapidamente il mandato all'Interpol e agli Stati contraenti e chieda loro di farlo rispettare – ha dichiarato -. La Germania, quindi, sarebbe obbligata ad arrestare il presidente Putin e consegnarlo alla Corte penale internazionale se entrasse in territorio tedesco».

Dal canto suo, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha fatto sapere che la Russia procederà sulla base dei suoi interessi in merito alle relazioni diplomatiche con la Germania. «La Russia sta facendo e farà tutto ciò che corrisponde ai suoi interessi», ha detto Peskov, ribadendo che Mosca considera «legalmente nulla» ogni decisione della Cpi.

Venerdì, i giudici della Corte penale internazionale hanno emesso un mandato d'arresto per Vladimir Putin per presunti crimini di guerra insieme al suo commissario per i diritti dei bambini per la «deportazione illegale» di bambini ucraini.

Andriy Kostin, procuratore generale dell'Ucraina, ha affermato che il presidente Putin «ha lo status ufficiale di sospettato di aver commesso un crimine internazionale».

«Il mondo ha ricevuto un segnale che il regime russo è criminale e che la sua leadership e i suoi complici saranno assicurati alla giustizia», ​​ha aggiunto Kostin.

Kostin, su Telegram, ha inoltre affermato che l'ufficio del procuratore generale ucraino «ha presentato più di 40 volumi di materiali alla Corte penale internazionale - più di 1000 pagine. In totale, i procedimenti in cui l'ufficio del procuratore generale fornisce indicazioni procedurali hanno documentato la deportazione di oltre 16.000 bambini dalle regioni di Donetsk, Luhansk, Kharkiv e Kherson».