Nessun cessate il fuoco per consentire l'arrivo di aiuti umanitari a Gaza. L'ufficio del primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha negato che sia stato raggiunto un accordo per il cessate il fuoco mediato da Egitto e dagli Stati Uniti dopo la riapertura del valico di Rafah, in modo da consentire l'arrivo di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. «Al momento non esiste un cessate il fuoco per gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e per l'uscita degli stranieri», si legge in una breve nota dell'ufficio di Netanyahu. Era stata l'agenzia di stampa Reuters, citando due funzionari della sicurezza egiziana, a sostenere che Israele aveva accettato di fermare il fuoco dalle 9 del mattino, grazie a un accordo concordato con l'Egitto e gli Stati Uniti. Anche al-Arabiya aveva sostenuto che la tregua sarebbe durata cinque ore a partire dalle 09:00 ora locali.

Intanto l'esercito israeliano ha reso noto che sono 199 le persone che sono state rapite dall'organizzazione islamista palestinese Hamas nel suo sanguinoso attacco del 7 ottobre. Ed è un nuovo, più pesante bilancio, rispetto al precedente conteggio che parlava di 155 persone rapite. «Colpiamo Hamas, colpiamo le sue infrastrutture e diamo la caccia ai suoi comandanti. Categoricamente non stiamo cercando di colpire i civili», dice il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane (Idf) Jonathan Conricus in un aggiornamento sul conflitto Israele-Hamas secondo le ultime news di oggi 16 ottobre 2023, negando che i militari stiano cercando di prendere di mira obiettivi civili. Oltre 600mila le persone a Gaza che hanno risposto all'appello delle autorità israeliane di lasciare il nord e di trasferirsi a sud della Striscia in vista del possibile attacco.

Secondo i media vicini ad Hamas i raid condotti nella notte dall'aeronautica militare israeliana sulla Striscia di Gaza «sono stati i più violenti» dall'inizio della rappresaglia per l'attacco sferrato da Hamas. E parlano della "notte più violenta'' dall'inizio della guerra. Per ore nella notte, proseguono i media, sono stati condotti attacchi aerei sui quartieri di al-Zaytoun e al-Shujaiya di Gaza City.

Sirene a Gerusalemme e Tel Aviv, Blinken e Netanyahu nel rifugio

Sospesi i lavori della Knesset, che riprenderanno il prima possibile, dopo un'allerta da parte dell' Home Front Command israeliano. Lo riferisce il Jerusalem Post che cita un portavoce della Knesset. A Gerusalemme e a Tel Aviv sono tornate a suonare le sirene di allerta per il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza, riferisce il Times of Israel, sottolineando come i razzi siano stati lanciati durante l'apertura della sessione invernale della Knesset, costringendo deputati e non solo a correre nei rifugi. Il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza ha costretto il segretario di Stato Usa Antony Blinken ad andare nel rifugio mentre partecipava a una riunione del gabinetto di guerra israeliano a Tel Aviv insieme al premier Benjamin Netanyahu. Lo hanno riferito media israeliani e la notizia è stata confermata dal dipartimento di Stato Usa.

L’Iran: “Le azioni di Israele potrebbero portare a una lunga guerra”

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha detto al suo omologo russo Vladimir Putin che le azioni di Israele nella Striscia di Gaza potrebbero portare a "una lunga guerra" nella regione del Medio Oriente. Lo ha riferito Mohammad Jamshedi, vice capo di gabinetto per gli affari politici del presidente iraniano. "Raisi ha affermato che l'assedio in corso, l'uccisione di donne e bambini e l'attacco di terra alla Striscia di Gaza e al suo governo legalmente eletto porteranno a una lunga guerra su diversi fronti", ha scritto Jamshedi su X. Jamshedi ha inoltre osservato che i leader hanno discusso della situazione nel Caucaso. In precedenza, l'assistente del capo dello Stato russo Yuri Ushakov ha riferito che Putin oggi avrebbe avuto conversazioni con gli omologhi di Iran, Siria, Egitto e col primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il leader palestinese Mahmoud Abbas. La conversazione con Assad è già avvenuta. In precedenza Raisi aveva discusso della situazione nella regione con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan.

Teheran minaccia gli Usa

Gli Stati Uniti subiranno "danni significativi" se la guerra tra Israele e Hamas si trasformerà in un conflitto ancora più grande. E' l'avvertimento lanciato dal ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian in un'intervista ad al Jazeera: "Abbiamo trasmetto il nostro messaggio al regime sionista attraverso i suoi alleati, che se non cessano le loro atrocità a Gaza, l'Iran non potrà semplicemente restare a osservare".

Valico di Rafah riapre oggi per cittadini stranieri e beni umanitari

Intanto il valico di Rafah tra l'Egitto e la Striscia di Gaza è stato riaperto, rende noto l'emittente al-Arabiya spiegando che oltre un centinaio di camion sono in fila per consegnare aiuti a milioni di palestinesi assediati nel corso del cessate il fuoco temporaneo. Nell'arco di questo periodo sarà anche concesso ai cittadini stranieri che si trovano nella Striscia di Gaza di lasciare l'enclave palestinese.

Biden: «Israele colpisca Hamas ma grosso errore occupare Gaza»

Israele «deve rispondere. Deve attaccare Hamas», che è «un gruppo di codardi che si nascondo tra i civili». Ma occupare la Striscia di Gaza sarebbe «un grosso errore», ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in una intervista a 60 Minutes della Cbs, sottolineando che «è necessaria un'autorità palestinese. E' necessario che ci sia un percorso verso uno Stato palestinese».

Biden ha aggiunto che «Israele sta dando la caccia a un gruppo di persone che hanno commesso una barbarie tanto grave quanto l'Olocausto. E quindi penso che Israele debba rispondere».

In merito alle prossime azioni su Gaza, il presidente Usa ha detto di essere «'fiducioso che Israele agirà secondo le misure, le regole della guerra». E ha quindi spiegato che la sua Amministrazione sta lavorando con l'Egitto per arrivare alla creazione di un corridoio umanitario che permetta di «far uscire questi bambini e donne» da Gaza. «Sono fiducioso - ha detto - che ci sarà la possibilità per gli innocenti di Gaza di avere accesso alle medicine, al cibo e all'acqua». Gli Stati Uniti, dal canto loro, a Israele «forniremo loro tutto ciò di cui hanno bisogno».

Abu Mazen: «Azioni Hamas non rappresentano popolo palestinese»

Abu Mazen dal canto suo assicura che le azioni di Hamas «non rappresentano il popolo palestinese». Lo riporta The times of Israel, che cita l'agenzia palestinese Wafa. Il presidente dell'Autorità palestinese afferma, nel corso di un colloquio con il presidente venezuelano Nicolas Maduro, che l'Olp è l’unico rappresentante legittimo del popolo palestinese. Abu Mazen (Mahmoud Abbas) chiede inoltre il rilascio di «prigionieri e detenuti» da entrambe le parti e ribadisce la sua affermazione secondo cui lo sfollamento degli abitanti di Gaza costituirebbe una “seconda Nakba” (l'esodo dei palestinesi nel 1948 dai territori occupati da Israele).

L’Onu: a Gaza stanno finendo l’acqua e la vita

A Gaza sta finendo l'acqua e sta finendo la vita". Lo dice il commissario generale dell'UNRWA Philippe Lazzarini, secondo quanto riporta il Guardian. "A Gaza sta finendo l'acqua e la vita, presto, credo, non ci saranno né cibo né medicine", ha detto il commissario dell'agenzia delle Nazioni Unite dedicata ai rifugiati palestinesi. Quattordici membri del personale dell'UNRWA sono stati uccisi e la maggior parte dei 13.000 dipendenti di Gaza sono sfollati o hanno abbandonato le proprie case, ha aggiunto.