Il governo degli Stati Uniti ha lanciato negli ultimi mesi una vasta operazione tesa a contrastare una estesa rete di hacker cinesi che aveva compromesso migliaia di apparecchi elettronici connessi a internet. Lo affermano fonti della sicurezza statunitensi citate dalla stampa Usa, secondo cui il dipartimento di Giustizia e il Federal Bureau of Investigation (Fbi) «hanno ottenuto l'autorizzazione legale a disattivare da remoto componenti della campagna di hacking cinese».

Il gruppo di hacker al centro delle aggressioni informatiche, "Volt Typhoon", avrebbe suscitato grande allarme tra i funzionari dell'intelligence e della sicurezza nazionale Usa, secondo cui le sue attività rientrano nell'ambito «di un più ampio sforzo teso a compromettere le infrastrutture critiche occidentali», inclusi porti navali, fornitori di servizi internet e di servizi di base.

La campagna informatica del gruppo di hacker cinesi sarebbe venuta alla luce già nel maggio dello scorso anno, ma alla fine dello scorso anno l'operazione si sarebbe ulteriormente allargata e sarebbe diventata più sofisticata sul piano delle tecniche e delle risorse utilizzate, tanto da innescare incontri tra la Casa Bianca e le principali aziende del settore informatico e delle telecomunicazioni. Secondo le indiscrezioni, le autorità statunitensi si sono attivate nel timore che la Cina punti a ottenere il controllo remoto delle infrastrutture critiche nazionali, disabilitandone o complicandone le operazioni nell'eventualità di un conflitto.