ACCOLTA L’ISTANZA DOPO L’ESPOSTO DELLA MADRE DI ALBERTO STASI

Il colpo di scena era nell’aria. A pochi mesi dal deposito delle motivazioni con cui la Cassazione ha condannato in via definitiva Alberto Stasi a sedici anni di reclusione per l’omicidio dell’allora fidanzata Chiara Poggi, la vicenda si riapre dopo l’esposto firmato dalla mamma di Alberto, Elisabetta Ligabò, e presentato dai legali di Stasi, Fabio Giarda e Giada Boccellari. Un nuovo nome è stato iscritto nel registro degli indagati: si tratta di Andrea Sempio. Il giovane è ora sotto indagine dalla Procura di Pavia. Le ulteriori indagini difensive, infatti, avrebbero portato a stabilire che sulle unghie di Chiara ci sarebbe del Dna che combacia con quello del giovane, oggi 28enne impiegato. La vicenda si riapre dunque a seguito della caparbietà della madre di Stasi, mai vacillante nel ritenere suo figlio innocente, che ha chiesto che tutte le carte dell’indagine venissero riviste da zero. Per questo i suoi avvocati, certi che la condanna di Alberto rappresenti un’ingiustizia, hanno affidato ad un’agenzia di investigazione il compito di scovare qualche elemento sfuggito o sottovalutato dagli inquirenti. Ed ecco spuntare il nome di Andrea Sempio, a cui è stato prelevato a sua insaputa il Dna da una bottiglietta d’acqua e da un cucchiaino e comparato da un genetista con quello già a disposizione perché ricavato nell’ambito della perizia svoltasi nel processo d’appello.

Oltre alla prova scientifica ci sarebbero altri elementi a sfavore di Sempio: possiederebbe una bicicletta e secondo due testimoni c’era una bici davanti la villetta della famiglia Poggi la mattina dell’omicidio; avrebbe inoltre una misura di scarpe ( 42/ 42,5) compatibile con l’impronta rinvenuta sul pavimento della casa di Chiara e frequentava con facilità l’abitazione dei Poggi.

Era il 13 agosto del 2007 quando Chiara Poggi viene uccisa nella sua villetta di via Pascoli 8 a Garlasco ( Pavia). Le indagini si concentrano subito sul fidanzato della ragazza, lo studente della Bocconi Alberto Stasi, che dopo una settimana dall’omicidio viene formalmente indagato. Contro di lui, che aveva rinvenuto il cadavere della donna e dato l’allarme, diversi elementi: l’assenza di tracce di sangue sulle sue scarpe nonostante avesse attraversato il teatro del delitto; il fatto che la ragazza conoscesse il suo assassino avendolo fatto entrare in casa mentre era ancora in pigiama; la sua bicicletta compatibile con quella descritta dai testimoni; le sue impronte sul dispenser del sapone liquido, utilizzato dall’aggressore per lavarsi le mani dopo il delitto. Nonostante questo Stasi viene assolto in primo e secondo grado per non aver commesso il fatto. La Cassazione annulla la sentenza di appello. Si celebra l’appello bis e Stasi viene condannato per omicidio volontario con l’esclusione però delle aggravanti della crudeltà e della premeditazione. La Cassazione confermerà la condanna scrivendo “Ciascun indizio risulta integrarsi perfettamente con gli altri come tessere di un mosaico che hanno contribuito a creare un quadro d’insieme convergente verso la colpevolezza di Alberto Stasi oltre ogni ragionevole dubbio'. Adesso sembra tutto vacillare però, perché secondo l’ipotesi della difesa di Stasi il profilo genetico del giovane Sempio coinciderebbe con i frammenti del dna trovato sotto le unghie di Chiara. Di parere opposto l’avvocato di parte civile Gian Luigi Tizzoni, per il quale la prova non ha alcun valore scientifico dal momento che, come avrebbe già dimostrato una perizia svolta nel processo d’appello, il materiale genetico non sarebbe sufficiente per eseguire il test. Tuttavia il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso ha ritenuto non manifestamente infondata l’istanza di richiesta della revisione del processo sul delitto di Garlasco presentata dalla difesa di Alberto Stasi e l’ha trasmessa per competenza alla Corte d’Appello di Brescia, che ora attenderà gli esiti dell’inchiesta di Pavia e del procuratore Mario Venditti, per decidere se sospendere l’esecuzione della pena a Stasi, attualmente recluso nel carcere di Bollate, e rifare il processo oppure rigettare la richiesta di celebrare un nuovo giudizio. Ma chi è Andrea Sempio? Il ragazzo era un amico di Marco, il fratello di Chiara Poggi, e all’epoca dell’omicidio, aveva da poco compiuto 18 anni. Oggi ha 28 anni e fa l’impiegato.

Durante le indagini il ragazzo era stato sentito due volte come testimone - nell’immediatezza dei fatti e un anno dopo - senza che gli inquirenti trovassero alcun elemento che potesse fare ritenere ci fosse un suo coinvolgimento nell’assassinio della ragazza. L’alibi fornito era stato considerato solido ma, dalle nuove risultanze, sembrerebbe presentare delle anomalie e incongruenze.