L'accordo. Non è il titolo dell'ultimo legal thriller di John Grisham, ma il risultato raggiunto non appena è iniziato il processo per diffamazione intentato nei confronti di Fox News dalla Dominion Voting Systems. La Fox Corporation di Rupert Murdoch verserà alla Dominion, società produttrice delle macchine usate per lo scrutinio dei voti in occasione delle elezioni negli Stati Uniti, la cifra monstre di 787,5 milioni di dollari. Non a caso i media americani parlano di “accordo del secolo”. Dominion Voting Systems aveva fatto causa al network televisivo del magnate australiano, ritenendosi più volte diffamata dalla fine del 2020 in venti trasmissioni con servizi ed approfondimenti volti a diffondere notizie “palesemente false”, secondo le quali la stessa Dominion avrebbe truccato le elezioni presidenziali che portarono alla vittoria di Joe Biden.
La cifra monstre 
Le fasi concitate di un processo che si è concluso ben prima di iniziare e il colpo di scena martedì scorso, nell’aula del tribunale del Delaware, quando il giudice Eric Davis, alla presenza dei 12 giurati, ha annunciato l’accordo raggiunto in extremis tra le parti. L’intesa, da quanto si è appreso, non prevede le scuse pubbliche da mandare in onda sulla televisione di Murdoch. Una ulteriore umiliazione in questo caso evitata. Aver detto bugie sul conto della Dominion ha fatto, dunque, fare a Fox News una figura barbina a livello planetario, oltre ad aver svuotato in maniera considerevole le casse aziendali con il rischio di dover spegnere le luci degli studi televisivi e mandare a casa migliaia di dipendenti. Gli oltre 787 milioni di dollari ammontano a circa la metà della somma inizialmente richiesta (1,6 miliardi). «L'innovativo accordo – ha detto l'avvocato di Dominion, Justin Nelson - rappresenta la rivendicazione dell’azienda diffamata e stabilisce la responsabilità di chi ha diffamato. Affinché la nostra democrazia duri per altri 250 anni e, si spera, molto più a lungo, dobbiamo condividere un impegno nei fatti. L’accordo raggiunto rappresenta un forte sostegno per la verità e la democrazia».
La vicenda giudiziaria 
Sin dal primo momento, per il tramite dello staff legale, Fox ha difeso il proprio operato, affermando che «la causa intentata da Dominion è una crociata politica alla ricerca di una manna finanziaria, ma il vero costo sarebbero i diritti del Primo emendamento (contenuto nella Costituzione degli Stati Uniti e che tutela anche la libertà di stampa, ndr)». Con il passare del tempo, a quasi tre anni dai fatti, è emersa una sorta di rete della disinformazione e della disonestà, che non ha minimamente tenuto conto della deontologia e ha mostrato disprezzo verso il pubblico. Una serie di messaggi di testo privati e di email hanno dimostrato che i vertici di Fox News non credevano alle teorie del complotto ai danni di Trump, ritenendosi preoccupati della linea editoriale seguita: far passare nella tv più a destra degli Usa come vittima il presidente degli Stati Uniti uscente. Nonostante ciò, chi poteva non ha mosso un dito per evitare che Dominion venisse diffamata a ripetizione.
Sullo sfondo di questa vicenda giudiziaria, dunque, ancora una volta “The Donald”. L’ex inquilino della Casa Bianca non ha mai digerito la sconfitta del 2020. La macchina della propaganda avviata con una iniziale complicità di Fox News ha finito per inguaiare l’emittente televisiva e la famiglia Murdoch. Quando due giorni fa il giudice Davis ha detto che la «parti hanno risolto il caso», non si è dimenticato del lavoro svolto dagli avvocati, lodando il loro impegno per trovare un accordo – molto conveniente soprattutto per Dominion - nel “processo del secolo”. Una intesa che evita ai vertici di Fox Corporation, il presidente Rupert Murdoch e l’amministratore delegato Lachlan Murdoch, di presentarsi in Tribunale per testimoniare e sottoporsi ad estenuanti interrogatori. Il Ceo di Dominion, John Poulos, fuori dal Tribunale ha sottolineato l’importanza della chiusura stragiudiziale del procedimento: «Fox ha ammesso di aver raccontato bugie su Dominion. Bugie che hanno causato enormi danni alla mia azienda, ai dipendenti e ai clienti che serviamo».
Nubi nere all’orizzonte  per Fox news
Ma i guai per Fox News non sono destinati ad essere archiviati con l’«accordo del secolo». La media corporation potrebbe affrontare un altro processo molto impegnativo. Questa volta ad agire sarebbero gli avvocati della Smartmatic, un’altra società che si occupa di voto elettronico e che si considera diffamata dopo le elezioni del 2020 al pari di Dominion. «Non hanno prove a sostegno dei loro attacchi a Smartmatic, perché non ce ne sono», ha dichiarato l’amministratore delegato Antonio Mugica. «La campagna d’odio è stata progettata per diffamare Smartmatic e minare le elezioni legittimamente condotte», ha aggiunto il manager. Pure in questo caso il grande manovratore sarebbe stato Donald Trump, fautore di una strategia volta ad attaccare l'integrità del sistema di voto elettronico soprattutto nella contea di Los Angeles.
La vicenda Fox-Dominion conferma che le bugie, oltre ad avere le gambe corte, in alcuni casi riempiono le casse di qualcuno. Induce a riflettere sull’uso dell’informazione pilotata in maniera unidirezionale per costruire delle certezze che tali non sono. Fake news e odio verso gli avversari politici hanno ormai messo radici anche in quella che viene considerata la più grande democrazia del mondo.